Prenota visita di controllo per tumore alla mammella, ma la prima data disponibile è nel 2025. La denuncia a Foggia

Ieri la segnalazione di una 20enne a cui è stato detto di aspettare circa due anni per un intervento chirurgico in day hospital

Altro che prevenzione. Una visita di controllo ad una cittadina foggiana è stata fissata a marzo del 2025. A segnalare il caso – l’ennesimo dopo la denuncia di una 20enne – è l’ex presidente dell’ordine dei medici di Foggia, Salvatore Onorati, da poco in pensione dopo la lunga attività di medico di base. “Questa me l’ha appena mandata una mia assistita e se non è una contraffazione (e non lo è) si resta basiti a pensare a tutti i convegni fatti sulla prevenzione dei tumori della mammella e a guardare la prenotazione fatta per il 2025 – scrive in un post sui social pubblicando il documento -. Sì una prenotazione tra due anni! Inammissibile”. Diversi i commenti. “A me fine 2024 a San Giovanni Rotondo – scrive una donna -, ovviamente andrò privatamente”. “Alla faccia della prevenzione! – replica un altra cittadina della provincia – La stessa cosa per noduli alla tiroide. Per avere una visita a Foggia l’endocrinologo è disponibile  fra un anno, anche a pagamento! Per una visita bisogna fare 250 chilometri, è assurdo!”.
Pdl liste d’attesa, ennesimo rinvio in Consiglio

 

“Anche questa volta il Consiglio regionale non ha voluto occuparsi concretamente delle liste d’attesa, discutendo la nostra proposta di legge. Alla nostra richiesta di esaminare nella seduta odierna la proposta di legge, non iscritta all’ordine del giorno in eclatante violazione del regolamento, il Consiglio regionale l’ha respinta con una maggioranza composta da Emiliano, Cinquestelle e centrodestra. Ci chiediamo: ma quando riusciremo a vedere la maggior parte dei gruppi politici, a cominciare dal PD, accordarsi col dolore della gente? Abbiamo l’impressione di vivere in contesti in cui l’idea di governare non è mai associata alle cose concrete ma solo ai giochi di potere.” Lo dichiarano il Commissario regionale di Azione Fabiano Amati e il capogruppo in Consiglio regionale Ruggiero Mennea.

“La cosa più brutta di questa storia consiste nel rifiuto sistematico di affrontare l’argomento, perché non si vuole votare contro, comprendendo la validità delle soluzioni proposte, ma nemmeno a favore, per la voglia di stare al fianco di piccole caste. Immedesimarsi nella vita delle persone significa registrare le pene quotidiane delle file al Cup, ossia sentirsi dire mesi, se non anni, per prestazioni istituzionali e quasi immediatezza per quelle a pagamento. Per questo non c’è nulla di strano, a nostro giudizio, in una legge contenente un’indicazione chiara: se i tempi d’attesa per prestazioni istituzionali e a pagamento non sono allineati, si sospendono quelle a pagamento sino a quando non si recuperano tutte le prestazioni istituzionali nei tempi massimi”.

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