“Decine ogni giorno sono i casi simili a quello accaduto a San Giovanni Rotondo (FG) dove il soccorso di animali vaganti feriti non avviene o avviene secondo prassi confuse, causando la morte dell’animale. Avevamo segnalato un gatto vagante sanguinante il 2 dicembre ma solo una settimana dopo sembra essere stato prelevato e portato in una clinica che, secondo quanto afferma l’assessore al randagismo, avrebbe rifiutato il ricovero e il gatto, reimmesso sul territorio così come prelevato, è morto il giorno dopo. Per tale ragione abbiamo sporto denuncia per omissione in atti d’ufficio e uccisione di animali in forma omissiva, chiedendo all’Autorità Giudiziaria di individuare e punire il responsabile”. Lo fa sapere con una nota stampa l’associazione “Stop Animal Crimes Italia”
“La situazione nazionale – proseguono -, soprattutto al sud, è quella di una pubblica amministrazione che latita in tema di tutela degli animali, dove i Sindaci si tolgono il problema stanziando milioni di euro di soldi pubblici a canili e le ASL mancano di strutture sanitarie e laddove presenti carenti di apparecchiature sanitarie fondamentali; a guardare senza fare nulla un mondo di “animalisti” che anziché denunciare le inadempienze, entrare nei canili o offrire soluzioni e collaborazioni ai Sindaci, si mettono in proprio allestendo strutture abusive finanziandole con denaro proveniente da privati, intasando i social di richieste di aiuto.
Questo è l’animalismo in Italia oggi, una responsabilità suddivisa in egual misura tra le pubblica amministrazione che ignora completamente il principio cardine della legge quadro 281/91 ossia la prevenzione (tra cui la garanzia di strutture pubbliche o private dove curare gli animali feriti) e tra l’animalismo fondato sull’individualismo locale che ignora un altro principio cardine della legge quadro ossia le adozioni nei canili e la collaborazione con l’ente pubblico, in un equilibrio che pare stia bene ad entrambi a spese però di milioni di cani e gatti vaganti (per legge di responsabilità del Sindaco ai sensi della stessa legge quadro, dalle leggi regionali, dal DPR 31.3.1979 e da una consolidata giurisprudenza) che non hanno tutela o vengono sfruttati per guadagno personale.
Stop Animal Crimes Italia, a differenza del sistema attuale, ha l’obiettivo di attenzionare la malattia e non solo i sintomi, mediante sensibilizzazione e lo strumento della denuncia.