“A metà dicembre scadono i termini di legge per un’eventuale proroga del commissariamento del Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose e già si avverte un clima di fibrillazione e di contrapposizione tra chi ritiene che l’esperienza commissariale debba volgere al termine e chi invece ritiene che l’operazione di ‘bonifica’ necessiti ancora di un extra time. Per ragioni obiettive, ritengo non sia facile valutare, per un osservatore esterno e in assenza di riscontri certi ed obiettivi, se l’applicazione della norma e la conseguente gestione commissariale abbiano sortito gli effetti sperati e cioè recidere le metastasi che hanno contaminato la macchina amministrativa, in un contesto, tra l’altro, caratterizzato da presunti fenomeni corruttivi”. È quanto afferma l’ex candidato sindaco Pippo Cavaliere, componente del comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura.
“È infatti evidente che è la sola struttura commissariale a poter valutare se le azioni messe in campo per il ripristino di uno stato di legalità siano in grado di preservare la futura azione amministrativa da nuovi condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Chi ha letto gli atti sa perfettamente di quante e quali gravi anomalie si siano registrate negli ultimi anni, tra cui, a mio parere la più emblematica se non paradossale, l’affidamento del servizio di videosorveglianza, strumento fondamentale (e spesso determinante) per l’individuazione degli autori dei reati, a ditte contigue ad ambienti della criminalità organizzata, eludendo i controlli previsti dalla normativa antimafia, come acclarato dalla relazione prefettizia”.
Per Cavaliere “c’è poi un altro aspetto, non meno importante, che credo vada tenuto in debita considerazione. La proposta avanzata lo scorso luglio al Consiglio dei Ministri conclude che lo scioglimento del Comune di Foggia si rende necessario, oltre che per i vari condizionamenti richiamati nella relazione prefettizia, ‘anche per scongiurare il pericolo che la capacità pervasiva delle organizzazioni criminali possa di nuovo esprimersi in occasione delle prossime consultazioni amministrative’. E se questo rischio, a distanza di un anno, permane ancora, lo possono valutare solo ed esclusivamente gli addetti ai lavori.
Siamo tutti ben consapevoli che la situazione attuale è figlia di anni di sottovalutazione del fenomeno criminale, ma ora lo Stato con tutte le sue articolazioni, dopo il martirio dei fratelli Luciani, ha invertito la rotta portando avanti un’incessante e martellante azione di contrasto alla criminalità; basterebbe ricordare, un esempio su tutti, le operazioni Decimazione e Decimazione bis, con i loro arresti, i processi celebrati (anche in appello) e le condanne esemplari, il tutto a tempo di record.
Ed in questo contesto, considerato che è in gioco il supremo interesse di un’intera comunità, non possiamo che porre la nostra piena fiducia in coloro che dovranno assumersi la responsabilità di una decisione così importante e delicata per il futuro della nostra Città”.