Con la siccità del 2022 ritorna prepotentemente il tema dell’approvvigionamento idrico e delle dighe a servizio dell’agricoltura di Capitanata. I coltivatori diretti pagano attualmente 12 centesimi a litro, ma in questi anni si sono spesso visti ridurre il quantitativo d’acqua o i mesi disponibili per l’irrigazione dalla condotte consortili.
È di questi giorni l’incontro tra la senatrice pentastellata Gisella Naturale e i vertici del Consorzio per la Bonifica con il presidente Giuseppe De Filippo, il direttore generale Francesco Santoro ed il direttore dell’Area Ingegneria Raffaele Fattibene. Da parte della grillina, che nella scorsa legislatura era in Commissione Agricoltura, arriva una netta denuncia.
Sono 5 gli interventi strategici già finanziati attraverso il Pnrr. “È fondamentale che he si giunga ad un accordo di collaborazione fattiva tra Puglia e Molise, per la condivisione delle risorse idriche dei bacini dei fiumi Fortore (invaso di Occhito) e Biferno (invaso di Ponte e Liscione)”, ha rimarcato la rieletta senatrice.
Dell’ampliamento dell’invaso del Liscione gestito dal Consorzio per la Bonifica larinese si parla da tanti anni. Lo stesso dirigente Santoro lo ipotizza da almeno 10 anni.
Era il 2020 quando ci fu il primo incontro tra le due regioni interessate, Puglia e Molise, per il collegamento idraulico tra gli schemi idrici del Fortore (Puglia) e del Biferno (Molise) che conferirà all’adduttore in costruzione la duplice funzione di alimentare i comprensori irrigui del Basso Molise e trasferire in Puglia parte della risorsa idrica invasata a Ponte Liscione per un volume medio annuo stimato in 50 milioni di metri cubi. Ad oggi però mancano ancora le opere complementari, dopo le dimissioni dell’ingegner Davoli.
“Il Molise oggi non ha la guida – spiega il presidente del Consorzio foggiano Giuseppe De Filippo – dovrebbe avere a presto un nuovo responsabile, serve una interlocuzione politica, come quella avuta col ministro Patuanelli. I lavori sul Liscione non sono cominciati, siamo lontani dalla realizzazione della infrastruttura, ma ho fiducia perché il Consozio molisano ha 60 milioni di euro, per allargare il suo comprensorio irriguo e per poter dare l’acqua ai pugliesi. Nel frattempo il Molise ha dato il dato ufficiale all’Autorità di bacino: 200 milioni di metri cubi su 400 milioni di metri cubi finiscono a mare. Ora, tenendo ben fermo il principio dell’acqua, prima ai molisani, l’acqua avanza”.
Anche in Capitanata su 11 litri di pioggia 9 ne vanno a mare, c’è tanto lavoro da fare in un Paese in cui dopo la strage del Vajont è cambiato il sentiment sulle dighe.
“Abbiamo ancora un ambientalismo sicuramente giusto – continua De Filippo – ma che non tiene conto delle esigenze della popolazione, anche se le ultime siccità hanno mutato gli animi di molti e l’atteggiamento. Aspettiamo il nuovo Ministro dell’Agricoltura, che dovrebbe essere il leghista Centinaio, una persona aperta. Il vero problema è il dialogo tra Puglia e Molise, che vuole essere ristorato per la sua offerta”.
L’Acquedotto potrebbe versare al Molise, come già fa per la Basilicata, 11 centesimi per metro cubo. Con 50 milioni di metri cubi in più, il Consorzio foggiano potrà irrigare circa 25mila ettari in più. La priorità sarebbe data a quei campi non raggiunti dalle bocchette consortili. “Abbiamo territori, una fascia enorme di circa 40mila ettari, tra Manfredonia Cerignola e Foggia, dove non c’è la nostra acqua e dove si fanno pozzi artesiani anche a 200 metri sotto terra. Su 450mila ettari del nostro comprensorio, ne è irriguo olo un terzo. Ce n’è di potenziale da fare. E oggi col caro bollette, che costa 3mila euro in più ad ettaro, a tutti conviene prendere l’acqua dal Consorzio. Bravo chi 80 anni fa ha progettato la struttura”.