Come preannunciato già ieri da l’Immediato, ci sarebbe una ragazza “contesa” alla base della rivalità tra Andrea Gaeta, 20 anni e Mirko Tammaro, 26 anni. Lo scontro tra i due ha avuto un epilogo tragico due notti fa in via Saragat, nella zona industriale di Orta Nova dove Gaeta è stato ferito mortalmente da colpi d’arma da fuoco mentre era all’interno della sua Bmw nera, la stessa davanti alla quale aveva posato in una storia Instagram poche ore prima dell’omicidio.
Dopo poche ore Tammaro si è costituito. Il giovane, con precedenti penali per furto, è stato sottoposto a fermo con la grave accusa di omicidio volontario nonché di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo. La pistola, gettata nelle campagne subito dopo il fatto di sangue, è stata ritrovata e sequestrata dai carabinieri. Tammaro stava inoltre scontando una pena in affidamento ai servizi sociali.
Molto noto in paese Gaeta, figlio del boss “Spaccapallin” attualmente in libertà. Proprio la famiglia della vittima, attraverso l’avvocato Sodrio, ha commentato duramente quanto accaduto al 20enne, definito “un ragazzo adorabile per tutti, familiari, amici e semplici conoscenti”. Gaeta gestiva un’azienda di autotrasporti e sarebbe stato “orgogliosamente cresciuto dai suoi genitori con sani principi, primo fra tutti il duro lavoro. Non c’è alcun regolamento di conti – ha rimarcato il legale -, né tanto meno questo delitto nasce in ambienti di criminalità comune o organizzata. Andrea è stato vittima di una furia omicida insensata e bestiale. Prima del delitto non c’è stata alcuna rissa e nulla poteva far presagire quello che è accaduto. La verità è che oramai la sub-cultura trap – intuibile anche dal look dei giovani protagonisti di questa vicenda, ndr – ha corroso l’anima e la mente di molti ragazzi che per un nulla, anche solo uno sguardo o uno spintone arrivano ad uccidere”. (In foto, Tammaro; nel riquadro, Gaeta)
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