Mafia Gargano, 50 imputati per “Omnia Nostra”: c’è anche un consigliere comunale di Fdi. Chiuse le indagini

Verso il processo boss e picciotti del clan Lombardi-Ricucci-La Torre. Guai anche per Adriano Carbone, politico di Manfredonia

Conclusione delle indagini per “Omnia Nostra”, maxi operazione antimafia del dicembre 2021 contro il clan Lombardi-Ricucci-La Torre. Richiesta di rinvio a giudizio per 45 persone più altre 5 sotto “omissis”, tutte passate – da oggi – da indagate ad imputate con gravi accuse.

Una vera e propria stangata giunta in queste ore dalla DDA di Bari, pm Ettore Cardinali e Luciana Silvestris. Tra i nomi spiccano i principali esponenti dell’organizzazione, Matteo Lombardi, il figlio Michele, Marco Raduano, Pietro La Torre, Francesco Scirpoli e Francesco Notarangelo. Oltre a loro ci sono i pentiti Antonio Quitadamo, il fratello Andrea, Antonio La Selva, Giovanni Surano e Danilo Pietro Della Malva.

Ma fa particolarmente rumore la presenza di Adriano Carbone, consigliere comunale di Manfredonia in quota Fratelli d’Italia, che da oggi è ufficialmente uno degli imputati di “Omnia Nostra” con la grave accusa di aver fatto parte di un’associazione mafiosa forte e radicata sul territorio. Situazione che potrebbe creare nuovi imbarazzi nella maggioranza del golfo guidata dal sindaco Rotice.

Di rilievo le conversazioni intercettate fra Antonio Zino (vicino al boss Matteo Lombardi) e il suo consulente commercialista Carbone in merito all’avvio di una società (una paninoteca poi raggiunta da interdittiva antimafia, ndr) e alla necessità che parte dell’investimento derivasse da entrate almeno in apparenza legali. Il tenore delle intercettazioni tra i due non avrebbe lasciato spazio a ragionevoli interpretazioni alternative: Carbone avrebbe infatti suggerito a Zino i possibili stratagemmi finalizzati a eludere eventuali misure patrimoniali derivanti da indagini giudiziarie, mediante individuazione di una somma di denaro da impiegare per l’investimento iniziale che possa giustificarsi come apparentemente ‘pulita’. Carbone: ‘Il problema nostro è giusto a dichiarare ad aprire, come abbiamo fatto per aprire, i soldi dove gli abbiamo presi, se noi riusciamo a fare questi passaggi qua dopo problemi non ne abbiamo’”. Carbone è ora accusato – insieme ad altri – di aver agevolato il clan mafioso Lombardi-Ricucci-La Torre.

Completano il quadro degli imputati Michele Bisceglia, Pasquale Bitondi, Luigi Bottalico, Luciano Caracciolo, Lorenzo Caterino, Leonardo Ciuffreda, Alessandro Coccia, Danilo Della Malva, Giuseppe Della Malva, Leonardo D’Ercole, Michele D’Ercole, Raffaele Fascione, Emanuele Finali, Vittorio Gentile, Sebastiano Gibilisco, Raffaele Greco, Hechmi Hdiouech, Giuseppe Impagnatiello, Pasquale Lebiu, Catello Lista, Umberto Mucciante, Alexander Thomas Pacillo, Massimo Perdonò, Bruno Renzulli, Pietro Rignanese, Mario Scarabino, Giuseppe Sciarra, Moreno Sciarra, Salvatore Talarico, Gaetano Vessio, Antonio Zino, Angelo Bonsanto e Gianluigi Troiano. (In alto, da sinistra Carbone, Scirpoli, Matteo Lombardi, Michele Lombardi e Zino; sullo sfondo, immagine tratta dal video di “Omnia Nostra”)



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