“Ancora aumenti della Tari”. Con una nota Manfredonia Nuova, rappresentata da Giulia Fresca e Raffaele Vairo, stigmatizza i risultati di gestione dell’Ase, la società diretta da Raphael Rossi. “Il Consiglio comunale del 31 maggio scorso, al punto 8 dell’Odgc – spiegano -, ha trattato la determinazione delle tariffe TARI stabilite dal Comune sulla base della validazione del PEF (Piano Economico Finanziario del servizio di gestione dei rifiuti) approvato formalmente dall’Ager Puglia. La Tari quest’anno aumenterà per una famiglia numerosa, in media, di 40-50 euro.
I fondi Covid, non spesi, messi a disposizione dal governo (circa un milione di euro) sono stati utilizzati per ridurre del 36% la quota variabile per tutte le attività produttive e una riduzione del 50% per le utenze domestiche i cui membri hanno perso il lavoro, causa Covid, senza beneficiare di alcun ammortizzatore sociale, e del 30% nei casi di riconoscimento di sostegni al reddito. Così, mentre per le attività produttive la riduzione della Tari è automatica e riconosciuta d’ufficio e poco importa se tra queste alcune hanno incrementato fortemente le entrate, per le utenze domestiche va dimostrata e documentata dal contribuente”.
“Di fatto assistiamo al continuo aumento della Tari – proseguono – e anzi, da quanto ascoltato dagli interventi in Consiglio Comunale, nel 2023 e 24 non si può affatto escludere un ulteriore inasprimento della Tassa rifiuti a causa degli incrementi dei costi del servizio, in particolare energia e carburanti. Pertanto non possiamo dichiararci soddisfatti dei risultati dell’attuale gestione dell’ASE, diretta dell’amministratore unico, Raphael Rossi, nominato dalla precedente Commissione straordinaria, al quale in questa sede rinnoviamo la nostra piena solidarietà per i gravi atti d’intimidazione che ha ricevuto da parte della criminalità organizzata per il lavoro che svolge all’ASE. A fronte di un utile di bilancio dell’esercizio 2021 – non ancora approvato – di 200mila euro annunciato alla stampa vi sono ancora gravi problemi non risolti.
Si continua a vedere infatti, in ogni dove della città, la sporcizia che provoca una vera e propria indignazione della cittadinanza. Sappiamo che i netturbini a disposizione dell’azienda sono insufficienti, ma questo personale non viene organizzato e gestito al meglio… e lavora in condizioni igienico-sanitarie rischiose per la loro salute, giacché i mezzi per la raccolta dei rifiuti non vengono lavati e igienizzati con la dovuta frequenza. I costi della raccolta differenziata continuano ad essere ancora molto alti.
E inoltre: per quale valida ragione l’impianto per il trattamento del secco residuo, con una capacità di 30.000 tonnellate annue – costato 1 milione di euro e con una discreta prospettiva occupazionale – non è ancora entrato in funzione e ‘abbandonato’ all’interno dei capannoni. Eppure consentirebbe un risparmio notevole. L’ASE SpA per rispondere alle sfide e opportunità del mercato e dell’innovazione deve essere profondamente ristrutturata e riorganizzata. Questo richiede una nuova visione strategica della sua missione che punti a diventare una “multiutilities”, una società multiservizi che gestisce l’intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale coinvolgendo quindi la fase di raccolta, trasporto, trattamento (smaltimento o riciclaggio) fino al riutilizzo dei materiali di scarto”.
“Per realizzare quest’obiettivo è necessaria una nuova ‘governance’ – proseguono -, cioè un sistema e uno stile di direzione nel quale la funzione d’indirizzo politico-amministravo, spettante agli organi di governo, è nettamente separata dalle funzioni di gestione, proprie dei dirigenti. Ovviamente, il primo responsabile di tutto questo è l’a.u. e dopo, l’amministrazione comunale, nella persona del sindaco, che esercita il cosiddetto ‘controllo analogo’ sulla partecipata. Siamo consapevoli che l’invadenza della politica nella ‘gestione’ dell’ASE ha prodotto nel corso degli anni danni gravi, come sovracosti, inefficienze, sprechi e gravi perdite di gestione che sono state sopportate sempre dai cittadini contribuenti e che l’ASE è stata un potente strumento in mano dei politici per ‘alimentare’ la propria clientela. A breve dovrebbe essere approvato il bilancio dell’esercizio 2021 dell’ASE. Appena sarà pubblicato leggeremo il documento e concentreremo la nostra attenzione, soprattutto, sulla destinazione del risultato economico positivo che, secondo noi, dovrebbe essere utilizzato interamente per ridurre la TARI a carico di singoli, famiglie e imprese. L’AU deve avere come obiettivi, assolutamente prioritari, il contenimento dei costi e il miglioramento della qualità del servizio.
Se solo il Comune non avesse accettato il PEF, validato dall’Ager Puglia, in modo acritico come atto dovuto e se ne fosse occupato da subito forse avrebbe potuto scongiurare l’aumento della tassa sui rifiuti (TARI) così come emerge dal provvedimento votato compattamente dalla maggioranza nell’ultimo consiglio. E’ chiaro dunque – concludono -che le soluzioni sono sotto gli occhi di tutti, come è chiara la mancanza totale di indirizzo politico e un controllo amministrativo, sulla partecipata ASE SpA (c.d. controllo analogo) da parte del nostro Comune che possa definire azioni efficaci e tempestive nella tutela dei cittadini. L’amministrazione comunale le sta sbagliando tutte ed ora la scusa dell’inesperienza non è più valida”.