“Grazie Italia, grazie Peschici, grazie Paolo e Roberta per averci presi e portati qui al riparo. Grazie a quanti, imprenditori turistici e semplici cittadini ci state ospitando nelle vostre strutture e case”. Ai microfoni de l’Immediato è la signora Marina Kotowa a parlare con le lacrime agli occhi e la paura delle bombe addosso. “I missili russi mi hanno distrutto la casa a Kiev. Momenti terribili. Ancora oggi stento a crederci, e mi rifiuto di vedere le foto e i video che arrivano dall’Ucraina. Sono terrorizzata e preoccupata per i nostri cari che sono rimasti a Kiev, ma qui ci sentiamo protetti. Una calma eccezionale, l’esatto contrario di quello che abbiamo vissuto fino all’ultimo minuto in Ucraina”.
Marina parla poco l’italiano, ed ecco in aiuto un’altra giovane ragazza di Kiev, Anastasia Lapai. Anche lei piange davanti alle nostre telecamere, ma è contenta di essere scampata alla guerra. “Situazione difficile ovunque, non solo a Kiev. Tutte le grandi città sono sotto le bombe della Russia. Da queste città è impossibile andare via. Ogni giorno bombe, la situazione è drammatica. Perchè tutto questo? Chiedetelo a Putin“. A Peschici oggi si trovano una cinquantina di profughi, portati dall’associazione UCM presieduta da Paolo Brescia e coordinata da Roberta Brescia.