Si dice amareggiata Donatella Varraso, coordinatrice dell’assemblea territoriale Foggia Cittadinanzattiva. La sua richiesta di attenzione sulla questione del piccolo Ernesto non ha avuto risposta da parte del commissario prefettizio Marilisa Magno. “Nei giorni scorsi ho scritto una lettera alla Magno in cui la invitavo a farsi carico della famiglia di Ernesto Pio Petrozzi, il bambino affetto da una rarissima malattia genetica chiamata tubulinopatia, una malattia che gli causa problemi sia al livello mentale che fisico. Oltre a disporre di un’abitazione modesta e umida, che aggrava lo stato di salute del piccolo, la famiglia Petrozzi non ha la strada, così come gli altri residenti nel quartiere. Questo dato causa problemi sia per l’eventuale arrivo di un’ambulanza, che per i continui viaggi che la famiglia è costretta a fare per le visite mediche”.
Nella sua lettera al commissario, la coordinatrice di Cittadinanzattiva segnala “la situazione in cui versa la strada comunale numero 17 che raggiunge Borgo Arpinova”. E scrive: “Stante il fatto che la strada comunale n 17 è dissestata, risulta impossibile effettuare normali spostamenti. Difatti, sia gli operatori dello scuolabus che gli operatori sanitari si trovano in grande difficoltà per raggiungere le abitazioni delle famiglie ed il domicilio di Ernesto, creando disservizi. La nostra associazione, forte delle lamentele che ci provengono dai cittadini ormai esasperati, sente la necessità, specie dopo l’inconcludente iniziativa messa in atto dalla precedente amministrazione comunale, di sottoporre alla Commissione Straordinaria la situazione, nella speranza di poter trovare immediata soluzione, quanto meno in ordine alla messa in sicurezza della strada”.
L’amarezza della Varraso si esprime con queste parole: “Non rispondere ad una semplice richiesta di attenzione da parte di un’associazione come la nostra, denota scarsa sensibilità nei confronti di problematiche sociali importanti. Ed il silenzio assoluto è quello che ci ha riservato il commissario. Non ci ha rivolto neanche due parole, giusto per dire che il caso che abbiamo portato alla sua attenzione non le interessa. La nostra associazione è stata raggiunta dalla mamma di Ernesto e così ci siamo fatti carico di risolvere questa situazione: speravamo in un’indicazione. E invece nulla. È una cosa brutta, perché oltre a mostrare visibile disinteresse nei confronti delle problematiche sociali, la Magno priva anche di credibilità la nostra associazione, non solo nei confronti della famiglia, che continua a telefonarci per avere risposte, ma anche nei confronti della stessa città. Non crediamo che associazioni come la nostra, dentro cui si muovono persone che dedicano il loro tempo libero ai bisogni degli altri, debba essere ignorata in questo modo”. (In foto, Varraso e Magno nel riquadro)