Non ha trattenuto le lacrime, dinanzi ad una sala “Turtur” gremita. Michele Ametta, storico direttore amministrativo, ha interrotto il suo discorso per l’emozione. A continuare la lettura della lunga lettera preparata nei giorni scorsi, è stato Matteo Di Biase, prof che è stato a capo della facoltà di Medicina dell’Unifg. Presenti all’incontro, oltre a tanti dipendenti, i direttori generali Tommaso Moretti e Antonio Pedota, oltre al commissario straordinario Giuseppe Pasqualone, che ha elogiato l’operato del manager di Torremaggiore.
“Di norma, il pensionamento opera un passaggio importantissimo, un mutamento sostanziale di vita e origina insicurezze e progetti, paure e attese. E’ interessante notare poi come tale traguardo da molti è rincorso come un sogno: finalmente vado in pensione – ha detto Ametta -. Da altri invece temuto e rinviato quando più possibile. Chiudo questa pagina della mia vita lavorativa con il cuore in gola e tanta emozione che mi toglie il respiro. Certo è inutile nascondere che in me soffia anche un leggero vento di tristezza.
E’ il momento di voltare pagina e chiudere questo capitolo. Oggi mi sento soddisfatto di quello che sono riuscito a fare. Convinto di aver dato tutto ciò che potevo senza fermarmi mai, con entusiasmo e passione, senza arrendermi davanti alle difficoltà, che in Sanità non mancano mai. Lascio il Policlinico con la consapevolezza di aver svolto il mio lavoro con passione civile, con lealtà e rigore etico, avendo chiesto a me stesso molto di più di quanto ho preteso dagli altri.
Avverto l’obbligo di ringraziare tutti i direttori generali, Franco Orfino, Nicola Cardinale, Tommaso Moretti, Antonio Pedota e, soprattutto, Vitangelo Dattoli, per avermi dato fiducia che spero non aver mai tradito, contribuendo a scrivere una minuscola pagina di Storia del nostro Policlinico. Sì, ho tanto insistito con Vitangelo perché anche noi potessimo fregiarci del logo di ‘Policlinico’. Il pensiero rivolto in questi giorni ai due “tempi” della mia vita lavorativa mi infonde sentimenti di serena e pacata soddisfazione. E’ inutile dirlo: mi sento fortunato. Parlo di due tempi perché il primo, durato oltre 21 anni l’ho trascorso alle dipendenze degli Enti locali nell’ambito dei servizi finanziari ricoprendo gli incarichi di Economo, Responsabile ufficio tributi e, infine, Ragioniere Capo. Tanti anni di lavoro passati in fretta, tante straordinarie esperienze vissute da ragioniere prima, da dirigente poi. La mente mi riporta agli anni trascorsi al comune di Torremaggiore (il mio bel paese), a quei colleghi che mi vedevano come un loro figlio perché avevo solo ventuno anni quando iniziai a lavorare. Anni fondamentali per la mia crescita professionale. E poi le esperienze vissute a Lesina, a Peschici e a Vico del Gargano esperienza quest’ultima resa verso la fine anni degli anni novanta che ricordo particolarmente. L’unico Comune in Puglia, in dissesto economico-finanziario, che riuscii con un gruppo di giovani amministratori, guidati dall’allora sindaco Matteo Cannarozzi De Grazia, a riportare in equilibrio”.
Il secondo “tempo” inizia con il direttore Franco Orfino, con Mario Morlacco in quella che sarà la sua professione per diversi anni (direttore amministrativo) e Sabino Astolfi come direttore sanitario. “Ricordo i miei primi giorni a Foggia e Mario Morlacco che mi disse: ti do sei mesi di tempo, e non di più, per capire dove ti trovi. Inizialmente rimasi male perché mi assegnò al Personale e non ai Servizi Finanziari. Mario insieme al suo alter ego e mio ‘fratello’ maggiore Nino Fuiano erano amministratori lungi miranti. Ricordo ancora gli anni del primo protocollo d’intesa tra Regione Puglia ed Università per l’insediamento della Facoltà di Medicina avvenuto l’11/3/2003, in un periodo in cui la Regione Puglia riduceva le dotazioni organiche e bloccava i concorsi e, quindi, le assunzioni.
Un momento per noi molto difficile in quanto alla necessità di conferire i docenti universitari all’assistenza si contrapponeva l’obbligo di rispettare i limiti di spesa del personale del 2004, nel frattempo imposto da leggi statali. Quante litigate in Regione con la Papini, per sostenere i nostri progetti. Alla fine trovai uno stratagemma. Adesso sicuramente lo posso dire ormai sono passati un bel po’ di anni. Quando rendicontavamo i limiti di spesa a firma congiunta mia e di Tommaso Moretti inserivo in calce al format del documento un N.B. (nota bene) a carattere minuscolo che manco io riuscivo a leggere e asteriscavo: al netto dei servizi di nuova istituzione. Assumevo, ovviamente, principi giuridici a carattere generale ma che i funzionari regionali non ne volevano proprio sentire. Quante me ne disse la Papini, il giorno che se ne accorse. Ma ormai era troppo tardi, la spesa era consolidata, l’Università si stava sviluppando ed il professore Tommaso Fiore, nel frattempo nominato assessore da Nichi Vendola, fece il resto con la firma del Protocollo d’intesa qui a Foggia il 28 giugno 2011. Ricordo che la notte di quel giorno ero talmente euforico che non riuscii a chiudere occhi. Ero troppo felice, pensavo al significato, in termini di opportunità, che offrivamo ai figli del nostro territorio”.
Poi aggiunge: “Un plauso particolare lo devo riconoscere a chi in questi due anni ha gestito la battaglia al COVID 19. Grazie a nome mio e di tutta la popolazione ospedaliera e di un territorio che non trova pace nonostante i fatti dimostrino ciò che molto spesso non appare. Grazie a Vitangelo Dattoli che ha messo in piedi una macchina organizzativa così efficiente in grado di affrontare qualsiasi azione avversa e che ci aiutato, a superare tutte le difficoltà della quarta ondata, nonostante la sua assenza. Ricordo gli scontri, le battaglie ma anche i successi dei contratti collettivi integrativi aziendali. Saluto con affetto tutti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che ringrazio per avermi supportato e sopportato per tanti anni. Ricorderò e conserverò gelosamente i messaggi d’affetto che in questi giorni mi sono stati recapitati da alcuni di loro, con i quali non siamo mai riusciti a condividere fino in fondo determinate questioni, a testimonianza che, anche nelle diversità di opinioni, non ho mai trascurato e fatto venir meno il rispetto istituzionale delle relazioni sindacali. Ringrazio tutte le grandi persone che mi sono state vicine in questo mio percorso. A tutti auguro di accogliere le nuove sfide di cambiamento della PA e di essere sempre aperti a sperimentare nuovi percorsi. E la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto. Al dottor Giuseppe Pasqualone e ai suoi più stretti collaboratori rivolgo un augurio di buon lavoro”. Pasqualone ha ricambiato con un messaggio di stima e ammirazione: “Oggi mi rendo conto dove mi trovo. Ce la metterò tutta, perché in questa azienda vi è sempre stata la migliore dirigenza regionale. Oggi manca Vitangelo Dattoli, un direttore generale che ha posto le basi per un grande policlinico. A Michele Ametta auguro ogni bene e se vorrà la nostra porta è sempre aperta”, ha concluso.