Processo antimafia “Decimabis”. Ieri ennesima udienza per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario davanti ai giudici del Tribunale di Foggia. Altri sono invece a processo nell’aula bunker di Bitonto con l’abbreviato. Sciolta la riserva sulla richiesta di prove formulata precedentemente da pm e parti. Ammesse tutte le sentenze passate in giudicato indicate dai magistrati antimafia della DDA di Bari. Passano anche i provvedimenti relativi a misure cautelari. Sull’ascolto di dieci collaboratori di giustizia, il giudice ha dato l’ok a quattro pentiti che saranno indicati dal pm. Per le richieste dei difensori sono stati ammessi tutti i testi. Prossima udienza a marzo quando comparirà in aula il perito che dovrà trascrivere le intercettazioni telefoniche.
A Foggia sono imputati Vincenzo Antonio Pellegrino detto “Capantica”, nome storico della malavita foggiana, Massimo Russo, Ciro Stanchi, Savino Ariostini detto “Nino 55”, Mario Clemente, Michele Morelli alias “Pacc e cul”, Marco D’Adduzio, Leonardo Gesualdo “Il Vavoso” e Felice Direse. Ariostini e Gesualdo sono latitanti da diversi mesi. Associazione mafiosa ed estorsioni i principali reati contestati agli imputati. Nell’aula bunker di Bitonto, invece, si sta svolgendo il rito abbreviato che vede tra gli imputati i maggiori indagati di “Decimabis”, tra i quali i boss Federico Trisciuoglio, Pasquale Moretti e il figlio Rocco. (In alto, Pellegrino, Ariostini e Gesualdo)