A Cerignola il primo centro di produzione in Italia di cannabis terapeutica. Tutto pronto per l’inaugurazione

300 ettari di campi per la coltivazione della canapa, dove verrà prodotta una biomassa che sarà poi affidata a due officine farmaceutiche. L’approfondimento del Corriere della Sera

“Cannabis terapeutica, a Cerignola il primo centro di produzione in Italia”. Lo riporta il Corriere della Sera. “All’aumento consistente della domanda, da quando nel nostro Paese è stata autorizzata la prescrizione da parte dei medici di preparazioni magistrali contenenti sostanze attive a base di cannabis nel 2006 – si legge nell’approfondimento -, non è corrisposto un analogo incremento dell’offerta, fino a oggi basata su importazioni o sulla produzione del solo Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze”.

“È in questo scenario che si inserisce Bio Hemp Farming, (consorzio composto dall’azienda Bio Hemp Trade e dalla Cooperativa Palma d’Oro) che solo un anno fa ha avviato il più grande centro di prima trasformazione della canapa per produzioni agro-industriali in Italia e che ha ottenuto la prima autorizzazione del ministero della Salute nel nostro Paese per la lavorazione della pianta (da cui si estrae il Cbd) con finalità farmaceutiche. Venerdì 18 febbraio verrà infatti inaugurata a Cerignola, in Puglia, la seconda struttura del gruppo, per un totale di 300 ettari di campi per la coltivazione della canapa, dove verrà prodotta una biomassa che sarà poi affidata a due officine farmaceutiche, le quali si occuperanno dell’estrazione del cannabidiolo per scopi medici”.

Un percorso, quello per arrivare a ottenere l’autorizzazione necessaria, destinato a fare giurisprudenza: “È stato difficoltoso ottenere l’autorizzazione perché non c’era una norma specifica — racconta Pietro Paolo Crocetta, presidente del consorzio Bio Hemp Farming —. Quando abbiamo fatto richiesta abbiamo esaminato i presupposti del ministero e abbiamo cercato di creare il massimo delle condizioni di sicurezza per il prodotto, sia come qualità sia come lavorazione. La filiera è tutta certificata e controllata. Abbiamo ottenuto tutte le certificazioni secondo la legge 309/90 e siamo autorizzati dal ministero della Salute nella lavorazione di fiori e foglie per l’estrazione del cannabidiolo”.

Tra le novità c’è il metodo di lavorazione: “Invece di operare ad alte temperature e impiegare due o tre giorni per avere il prodotto finito, come avviene spesso, noi utilizziamo un processo criogenico: le basse temperature ci permettono di lavorare subito il prodotto, tagliarlo e averlo pronto per il confezionamento nel giro di 15 minuti. In questo modo migliora anche l’impatto ambientale: le nostre coltivazioni consentono di catturare circa 4mila tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera”.

Sempre al Corriere, Crocetta spiega che “circa un anno fa abbiamo inaugurato la prima parte dello stabilimento, che lavora lo stelo della pianta. In un impianto produciamo fibra e canapulo: la prima è rivolta alle filiere per prodotti tecnici (carta, filatura) la seconda ai biomateriali per l’edilizia. Useremo invece la parte apicale della canapa, quindi fiori e foglie, per il segmento pharma”. 

E ancora: “A livello globale tutte le più grandi aziende farmaceutiche stanno iniziando a lavorare su questa molecola perché cresce sempre di più la consapevolezza da parte sia della classe medica sia dei pazienti dell’utilità di questi farmaci per patologie che vanno da quelle neurologiche a quelle dermatologiche”.



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