La modulazione della terapia immunosoppressiva migliora la risposta al vaccino anticovid nei pazienti portatori di trapianto renale: lo hanno scoperto i nefrologi e i patologi clinici dell’Università di Foggia. L’importante studio, condotto dai team Unifg, è stato pubblicato sulla prestigiosa su American Journal of Transplantation e fornisce utili indicazioni nella gestione clinica dei pazienti trapiantati nel corso dell’attuale pandemia.
I pazienti portatori di trapianto renale sono una popolazione ad alto rischio di sviluppare forme severe di malattia legata all’infezione da SARS-CoV-2, pertanto la vaccinazione anticovid è stata da subito fortemente raccomandata in questi pazienti. Tuttavia la terapia immunosoppressiva, utile a prevenire il rigetto dell’organo trapiantato, gioca un ruolo rilevante nell’interferire con lo sviluppo di una risposta inefficace alla vaccinazione anticovid.
In questo lavoro, appena pubblicato sulla più importante rivista trapiantologica al mondo, sono stati reclutati complessivamente 132 pazienti trapiantati ed è stata valutata la risposta anticorpale e cellulo-mediata dopo un ciclo completo di vaccinazione anticovid.
“I pazienti in terapia con farmaci inibitori di mTor” spiega Netti, primo autore dello studio “hanno mostrato una risposta più efficace ad un ciclo completo di vaccinazione anti-COVID-19, rispetto ai pazienti in terapia con altri farmaci immunosoppressivi. In particolare i pazienti trapiantati in terapia con farmaci inibitori di mTor hanno mostrato un più alto titolo di anticorpi neutralizzanti ed una più efficace risposta cellulo-mediato contro il virus SARS-CoV-2”.
Secondo Stallone, direttore della UO di Nefrologia del Policlinico “Riuniti” di Foggia, “i dati di questo studio, condotto in collaborazione con le UO di Nefrologia dell’Università di Bari (Loreto Gesualdo) e dell’Università Statale di Milano (Giuseppe Castellano), dischiudono prospettive promettenti per l’ottimizzazione della terapia immunosoppressiva dei pazienti trapiantati e per la gestione clinica di questi pazienti in corso di pandemia”.
Ranieri, Ordinario di Patologia Clinica Unifg, sottolinea, infine, come “l’utilizzo di approcci diagnostici innovativi, implementato in questo studio, consentirà di monitorare la risposta immune ai vaccini anticovid non solo in questi pazienti, ma anche in altri gruppi di pazienti fragili”.