Caccia ai complici dell’ex giudice Giuseppe De Benedictis. Stando a quanto riporta Repubblica Bari, gli inquirenti starebbero tentando di individuare la rete di militari che avrebbe aiutato il magistrato a nascondere un mega arsenale in una masseria di Andria. Al momento è sotto accusa il caporal maggiore dell’Esercito Antonio Serafino, intercettato con De Benedictis nell’ambito dell’inchiesta sulle armi. L’altro filone, invece, riguarda le presunte mazzette consegnate all’ex gip per agevolare alcuni presunti esponenti delle mafie foggiane e baresi.
I pm hanno fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a De Benedictis, Serafino e all’imprenditore andriese Antonio Tannoia. Ma come riporta Repubblica Bari, resta ancora aperta la parte relativa ai complici ovvero coloro che avrebbero contribuito a nascondere le armi. Si tratterebbe di militari sui quali le indagini sono ancora in corso, così come sui canali di approvvigionamento di fucili e pistole, molti dei quali provenienti dall’estero. Come diceva Serafino, nel corso di una conversazione con il giudice, intercettata nella sua Punto: “Queste cose vengono tutte da fuori, tramite contatti con San Marino”.
Dalle carte dell’inchiesta venne fuori anche un’altra conversazione al vaglio degli inquirenti: “Quando (De Benedictis, ndr) ha dovuto portare le armi nel luogo dove poi sono state rinvenute (la villa di Antonio Tannoia) – è scritto nell’ordinanza cautelare – si è fatto ‘scortare’ da cinque carabinieri che hanno dovuto fare da staffetta perché ‘se ti fermano con un carico del genere è meglio che ti spari perché si rischiano 20 anni (di reclusione)’, commento tecnicamente ineccepibile in quanto proveniente da un gip”.
I reati contestati a De Benedictis, Tannoia e Serafino (tutti e tre agli arresti domiciliari) – ricorda Repubblica Bari – sono detenzione e porto abusivo di armi comuni e da guerra nonché ricettazione. Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i tre indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, poi i pm decideranno se rinviare a giudizio o archiviare. Invece, l’udienza preliminare a carico di De Benedictis, dell’avvocato Giancarlo Chiariello e altre sette persone tra cui il pentito di Vieste, Danilo Della Malva alias “U’ Meticcio”, imputati di corruzione in atti giudiziari, riprenderà l’1 febbraio.