La notizia del ritorno e della nomina al Miulli di Acquaviva delle Fonti del manager Vitangelo Dattoli, indagato nell’inchiesta sull’elisoccorso, ha spento ogni speranza tra quanti credevano in un suo possibile rientro al Policlinico Riuniti di Foggia, che dal giorno delle misure cautelari vive una situazione di paralisi in ogni decisione. Dal trasferimento del Pronto Soccorso, che al Deu sarebbe privo degli spazi per l’organizzazione di un’area grigia Covid, alle programmazioni più piccole come quella dell’accoglienza che avrebbero dovuto fare le associazioni ospedaliere come l’Avo nell’atrio del nuovo polo.
I timori più importanti, al netto della quarta ondata Covid e dei numeri in salita, però sono di natura strutturale ed urbanistica. Era stato Dattoli a sbloccare molte situazioni infrastrutturali, a cominciare dal rovello di Via Perosi, realizzata dal Policlinico dopo lo scambio col Comune di Foggia che aveva “donato” all’azienda universitaria ospedaliera Via Pinto.
La stessa “forzatura” degli iter burocratici sarebbe stata compiuta da Dattoli per il tratto che sulla carta dovrebbe collegare Via Pinto ad una rotatoria dell’Orbitale. La distanza è pari a non più di 600 metri di piano campagna. Una campagna che però insiste in quella che doveva essere la lottizzazione Tonti, finita nell’indagine di mazzette che coinvolge l’ex sindaco Franco Landella.
Dattoli, da decisionista, aveva già in mente di estromettere la strada dal piano Tonti e di realizzarla autonomamente in quanto Policlinico, come stazione appaltante, per permettere così una via d’accesso veloce al pronto soccorso. Da Via Lucera all’ospedale ci sarebbero voluti poco più di 7 minuti. Adesso, è il pensiero comune dei progettisti, senza Dattoli l’Orbitale in quello snodo resterà cieca.