Qualche settimana fa, proprio La Marca aveva acceso i riflettori sul rischio chiusura dell’improntate servizio per gli ultimi. “Un numero di telefono, un incontro, un indirizzo, un letto possono cambiare il corso di una vita, ridarle dignità, creare un’opportunità”, aveva dichiarato.
A Foggia, il Pronto Intervento Sociale (Pis) ha rappresentato una svolta importante e segnato un sentiero. Partire dagli ultimi, assicurare loro i servizi e le prestazioni essenziali non è un dovere istituzionale, ma un dovere per una comunità”.
Diversi i servizi attivati: “Sportello informativo Pis con due punti di ascolto e di intervento, posti in due aree strategiche della città: uno in centro, in via Petrone n.14 e uno in via Candelaro 90/N; presso gli sportelli si sono rivolti oltre 250 utenti – senza fissa dimora o persone in condizione di estrema povertà – di cui 81 cittadini italiani e 172 cittadini stranieri; per le situazioni che lo hanno richiesto, sono state prese in carico anche in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Foggia (non esiste un servizio funzionale all’utenza se non vi è il sostegno dell’ente pubblico responsabile del finanziamento)”.
E ancora: “Due dormitori (uno per donne con 5 posti e uno per uomini con 10 posti) che hanno accolto ben 170 persone che non avevano un posto dove dormire. Di questi 148 uomini e 22 donne; pasti presso la mensa già attiva della Parrocchia Immacolata; distribuzione di pacchi e alimentari, coperte e sacchi a pelo. Abbiamo visto che quando un ente pubblico con le sue professionalità diventa punto di riferimento e il privato sociale un alleato, le cose possono cambiare”.