Il gruppo degli “studenti contro il green pass dell’università di Foggia”, ha inoltrato missiva/diffida nei confronti del decreto rettorale 1706/2021. “Il loro augurio – riporta la lunga nota inviata alla stampa – è assicurare il diritto ad ogni studente laureando di poter discutere la tesi in sede e non da remoto o non poterla affatto discutere perché sprovvisti della super certificazione, senza discriminazione alcuna nei confronti di chi ha deciso liberamente di non sottoporsi a vaccino anti covid-19 o nei confronti di coloro che non possono sottoporsi a tale vaccino poiché affetti da patologie e pertanto esenti”.
Nel testo della diffida si legge “il profondo rammarico per le vicende che hanno tristemente coinvolto l’Università di Foggia con riguardo al contenuto del decreto rettorale. Come ormai noto, il 6 dicembre 2021, il Magnifico Rettore dell’Università di Foggia (Pierpaolo Limone, foto sopra) ha adottato un decreto rettorale atto a disciplinare lo svolgimento delle sedute di laurea per l’anno accademico 2021/2022 e, segnatamente, di quelle che avranno luogo nel periodo di tempo compreso fra il 6 dicembre 2021 e il 15 gennaio 2022. Il contenuto di tale decreto spiega le motivazioni adottate, salvo proroghe o diverse disposizioni: la partecipazione agli esami di laurea e alle proclamazioni potrà essere consentito unicamente ai titolari del ‘super green pass’; il ‘super green pass’ dovrà essere posseduto sia dai docenti componenti della commissione di laurea, sia dagli studenti laureandi che da eventuali loro accompagnatori/ospiti; per i docenti, gli studenti laureandi e i relativi ospiti, in possesso dei requisiti previsti dall’art. 1, comma 2, del D.L. 172/2021 sarà garantita la partecipazione allo svolgimento della seduta di laurea in modalità on line/duale; coloro i quali non riuscissero – per via della stringente tempistica imposta dalla sopravvenuta normativa emergenziale rispetto alle imminenti date previste per lo svolgimento delle sedute di laurea – ad ottenere il super green pass, potranno, in via del tutto eccezionale e straordinaria ed unicamente per le sedute di laurea previste nel mese di dicembre 2021, usufruire della modalità on line/duale, previa congrua comunicazione al direttore del Dipartimento e al Presidente della Commissione di laurea”.
Secondo gli studenti, “nel decreto” ci sarebbero “evidenti e gravi profili di illegittimità che rendono il medesimo assolutamente irricevibile. In particolare, con riferimento all’Università, il 10 settembre 2021 entrava in vigore il decreto legge n. 122 e convertito in legge n. 133/2021, attualmente in vigore, che impone il possesso della certificazione verde ‘base’ anche per gli studenti che frequentino le Università. La certificazione in questione può essere ottenuta non solo previo completamento del ciclo vaccinale o a seguito della guarigione dalla malattia da Covid-19, ma anche attraverso l’esecuzione di un tampone negativo. In quest’ultimo caso, la durata del certificato è di 48 ore dall’esecuzione del test. Infatti, proprio il primo comma della legge 133/2021 stabilisce che ‘le attività delle università e dei percorsi formativi degli Istituti tecnici superiori (ITS) sono svolte prioritariamente in presenza’, e le predette attività includono inequivocabilmente le sedute di laurea, dove è consentito l’accesso anche con green pass ottenuto da tampone negativo. Il più recente decreto legge 26 novembre 2021, n. 172, invece, introduce il ‘green pass rafforzato’ o ‘super green pass’, il quale restringe l’accesso ai luoghi di cultura quali cinema e teatri e il servizio di ristorazione al chiuso, tra le altre cose, ai soli individui vaccinati o guariti dal virus. Tuttavia, è necessario precisare che nessuna ulteriore limitazione è prevista dal decreto in oggetto per gli studenti delle Università, ai quali è ancora riconosciuta la possibilità di frequentare lezioni, sostenere esami di profitto e di accedere a qualunque titolo all’Ateneo con un certificato verde ottenuto previa esecuzione di tampone con esito negativo”.
Secondo chi scrive, “alla luce di ciò, è evidente che la decisione del Magnifico Rettore di consentire l’accesso alle sedute di laurea in presenza ai soli studenti muniti di ‘super green pass’ risulti del tutto arbitraria, imponendo una restrizione asseritamente fondata su ragioni sanitarie che supera in severità persino le già stringenti norme poste in essere dal legislatore”.
Si tratterebbe di “un’ulteriore disparità di trattamento assolutamente incompatibile con il principio di uguaglianza-ragionevolezza, posto che gli studenti non vaccinati, ma regolarmente muniti di tampone negativo, possono recarsi presso l’Ateneo allo scopo di seguire lezioni, fruire dei servizi della biblioteca o di qualunque altro servizio e sostenere gli esami di profitto, mentre sono irragionevolmente esclusi dalle sedute di laurea. Questa misura appare, pertanto, ispirata solo da logiche meramente punitive nei confronti degli studenti non vaccinati facendo presagire una sorta di discriminazione nei confronti di questi ultimi (Regolamento UE 953/2021 art. 36). La natura arbitraria e inconferente della decisione rettorale coinvolge anche il punto secondo del comma primo del decreto in commento, ove si prevede che anche gli studenti esentati dalla vaccinazione siano esclusi dalla seduta in presenza, potendo unicamente fruire della modalità online. Anche questa norma esula dai confini e dalle indicazioni emanate dal governo, posto che l’obbligo del possesso di certificazione verde Covid-19 per accedere ai servizi e alle attività che richiedono un green pass, incluso il luogo di lavoro, non si applica ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute del 4 agosto 2021. A prevederlo espressamente è l’art. 9-ter, comma 3, del d.l. 6 agosto 2021, n. 111, rubricato Impiego delle certificazioni verdi COVID-19 in ambito scolastico e universitario, che recita: ‘Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute’. In altri termini, gli studenti esenti dalla vaccinazione non hanno obbligo di esibizione del certificato verde, e pertanto la loro esclusione dalle sedute di laurea in presenza appare arbitraria e profondamente discriminatoria, oltreché gravemente violativa del diritto alla riservatezza degli studenti oltre che dei loro eventuali ospiti o accompagnatori. Appare pertanto intollerabile che gli studenti non vaccinati, siano essi tali per scelta ovvero in forza dell’esenzione, siano relegati a sostenere l’esame di laurea a distanza”.
“In ultima analisi – prosegue la missiva -, occorre tenere in considerazione il divieto di accesso alle sedute di laurea in presenza per gli studenti sic et simpliciter sprovvisti di ‘super green pass’. Questo divieto appare smorzato dalla circostanza che per le sole sedute di dicembre sia contemplata in alternativa la partecipazione mediante modalità duale, mentre si qualifica come un vero e proprio divieto tout court per non vaccinati/guariti di conseguire la laurea a partire dalle sedute di gennaio 2022. Non v’è chi non veda che la norma ad oggetto introduca, di fatto, un obbligo vaccinale per gli studenti universitari, penalizzando attraverso la privazione della seduta di laurea gli studenti che hanno compiuto una scelta legittima, ossia quella di non sottoporsi ad un vaccino non obbligatorio. Il predetto divieto di accesso all’Ateneo per gli studenti sprovvisti di ‘super green pass’ non è contemplato per gli esami di profitto, malgrado la loro natura pubblica. Ad avviso degli studenti dell’Università di Foggia appare chiaro che il decreto del rettore susciti numerose criticità. In prima battuta, la norma ad oggetto introduce gravissime discriminazioni e ingiustificate disparità di trattamento, penalizzando tanto gli studenti che sono esenti dalla campagna vaccinale quanto quelli che hanno compiuto la scelta libera, insindacabile e perfettamente legittima, di non sottoporsi a vaccinazione. In secondo luogo, il decreto introduce di fatto un impedimento per i laureandi i quali avrebbero altrimenti soddisfatto non solo le condizioni previste dal regolamento dell’Ateneo per la conclusione del proprio percorso di studi, ma persino quelle imposte dalle norme aventi forza di legge, che impongono per l’accesso alla struttura l’esibizione del solo ‘green pass base’. In conclusione gli stessi studenti invitano il Magnifico Rettore a revocare il predetto provvedimento profondamente lesivo dei diritti e delle prerogative degli studenti. In caso contrario si vedranno costretti, loro malgrado, a provvedere in sede legale per far sì che non vengano calpestati i diritti di ciascuno studente”.