È un caso nazionale l’inchiesta anticaporalato “Terra Rossa” di Procura di Foggia e Arma dei Carabinieri. Tutto ruota attorno al coinvolgimento di Rosalba Bisceglia, moglie del super prefetto Michele Di Bari, capo Immigrazione dimissionario del Viminale. La questione è ormai politica e potrebbe presto sbarcare in Parlamento.
Intanto, il centrodestra attacca la ministra Luciana Lamorgese, colpevole a parere di Fratelli d’Italia, di aver confermato alcuni dirigenti in ruoli chiave del dicastero. A gamba tesa anche Matteo Salvini, predecessore di Lamorgese: “La ministra dell’Interno riferisca immediatamente in Parlamento”. Ma il leghista “dimentica” che fu proprio lui ad assegnare l’incarico a Di Bari nel maggio 2019.
La partita sta per spostarsi a Montecitorio. Il provvedimento della Procura di Foggia è diventato un caso politico, dovesse scemare o essere ridimensionato sarebbe un brutto passo falso per il pool di magistrati, ma in caso contrario potrebbe compromettere l’ascesa di Di Bari, fino a pochi giorni fa tra i papabili per la Prefettura di Milano. Al momento il “super prefetto” mattinatese si tiene stretta la poltrona nel cda di Casa Sollievo della Sofferenza, forse sicuro di poter superare gli attuali imbarazzi. Ma il vescovo Franco Moscone, presidente del consiglio di amministrazione, gli avrebbe chiesto una riflessione. (In alto, Di Bari; nei riquadri, il procuratore Vaccaro e il vescovo Moscone)