D’Angelo era sano di mente? Ruota sullo stato psichico del killer il processo per il femminicidio di Roberta Perillo

Capace di intendere e volere per le parti civili, pensiero opposto per i difensori dell’imputato. Procede a ritmi serrati il procedimento a carico del giovane di San Severo. Sentenza tra qualche mese

Nuova tappa del processo a Francesco D’Angelo, giovane di San Severo accusato di aver ucciso la fidanzata Roberta Perillo, trovata morta nella propria abitazione l’11 luglio 2019. Oggi dovevano essere sentiti due testi della difesa, due medici chiamati a verificare la capacità di intendere e volere dell’imputato. A causa dell’assenza dei professionisti, se ne riparlerà ad inizio dicembre quando sono previste due udienze nel giro di pochi giorni. Le parti civili, in particolare la famiglia della vittima, rappresentata dai legali Guido e Roberto De Rossi e da Consiglia Sponsano, insistono sulla pena massima e sul fatto che D’Angelo fosse pienamente capace di intendere e volere, così come dichiarato dal noto criminologo Alessandro Meluzzi durante l’udienza del 18 giugno scorso nella quale evidenziò anche che l’imputato “non aveva una storia clinica”.

La “partita”, infatti, è tutta sullo stato psichico del killer, accusato di omicidio volontario aggravato. Secondo il consulente della procura ci sarebbe un vizio parziale di mente che potrebbe – il condizionale è d’obbligo – evitare l’ergastolo all’imputato. Secondo il difensore Michele Curtotti, invece, D’Angelo sarebbe totalmente incapace d’intendere e volere. Nelle prossime udienze saranno sentiti i due medici, inizialmente previsti oggi, e il consulente tecnico della difesa. Di questo passo la sentenza di primo grado potrebbe arrivare entro l’estate del 2022. Il ruolino di marcia è serrato, al ritmo di due udienze al mese. Giudice è Mario Talani, giudice a latere Flavia Accardo. Il processo si sta svolgendo nella Corte d’Assise del Tribunale di Foggia. D’Angelo, mai presente alle udienze, si trova detenuto in carcere in un’ala dedicata a pazienti con presunti problemi psichiatrici.

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