Nell’ultima legge di Bilancio, ai commi 1001-1003 dell’art. 1 si è previsto di destinare un contingente di finanzieri non superiore a 200 unità allo svolgimento di servizi di vigilanza e tutela dei beni alle sedi dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), finora gestiti da 135 guardie giurate, 73 a Roma e 62 a Foggia.
La disposizione, come si legge nella relazione illustrativa, risulta neutra sotto il profilo finanziario, in quanto non si prevedono nuove assunzioni di finanzieri. Si prevede unicamente la spesa di 5 milioni di euro, pari al costo del servizio di vigilanza assicurato nei siti produttivi da società private, che viene posto a carico del Poligrafico e che sarà destinato a coprire “il trattamento economico accessorio spettante al personale… compresi i correlati oneri sociali e quelli per il relativo trasferimento, nonché le spese di funzionamento, logistiche e per le dotazioni strumentali”. Un’apposita convenzione sarà all’uopo stipulata tra La GdF e l’IPZS. Sul punto è intervenuto l’on. Nunzio Angiola, di Azione il Partito dell’ex Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il quale ha depositato ieri una interrogazione a risposta immediata alla Camera.
“Ferma restando la decisione assunta dal Parlamento, le conseguenze della stessa sono sfuggite al controllo del Governo. Da una prima valutazione emerge che il costo di gestione del servizio di sorveglianza ‘esplode’, triplicandosi ed anche più, fino a raggiungere all’incirca 18 milioni di euro, con 13 milioni di costi in più, principalmente perché si incrementa del costo di 200 finanzieri che hanno un costo aziendale di molto superiore a quello delle guardie giurate (che, peraltro, per legge, hanno la qualifica di incaricati di pubblico servizio) e che hanno orari e prerogative contrattuali (vitto, alloggio, logistica, costi di formazione, aggiornamento e addestramento) diverse da quelle dei guardie giurate predette. E ciò a prescindere dalla neutralità dell’operazione sotto il profilo finanziario”. Lo ha affermato l’onorevole Nunzio Angiola.
“Ma vi è di più. Con questa operazione, la Guardia di Finanza, anziché nobilitarsi nello straordinario ruolo che svolge, regredisce a meri compiti di vigilanza che da quasi 15 anni venivano svolti nel Poligrafico da guardie giurate, le quali per legge sono chiamate a svolgere tali compiti; si prevedono pesanti oneri a carico della collettività per la necessità ineludibile di assicurare ammortizzatori sociali ai lavoratori che certamente perderanno il lavoro; si mettono per strada numerose famiglie, i cui componenti rimarranno senza lavoro e la cosa è particolarmente grave in questa fase post-pandemica; si sottraggono forze dell’ordine ai territori per lo svolgimento di rilevantissimi compiti di prevenzione e contrasto dei reati in ambito economico e finanziario e la cosa è ancor più grave se si considerano territori come quello di Foggia, più esposti alle infiltrazioni criminali e mafiose”. Lo ha aggiunto Angiola.
“Nella giornata di ieri ho presentato una interrogazione a risposta immediata alla Camera che ha ricevuto dal Ministero una risposta laconica e insoddisfacente. Presenterò – ha concluso Angiola – nel prossimo provvedimento utile unemendamento soppressivo della citata norma, nel frattempo ho chiesto al Governo di meglio valutare come dare seguito al volere del legislatore, limitandosi, ad esempio, a mantenere le guardie giurate e riservando ad un’aliquota minima di finanzieri, analoga o di poco superiore a quella impiegata fino al 31 ottobre scorso, quei compiti di supervisione, controllo sul lavoro e intervento propri degli Agenti di pubblica sicurezza e che sono preclusi ai privati esercenti un pubblico servizio. Dopo tutto la legge fa riferimento ad un’aliquota di personale complessivamente “non superiore a 200 unità”, ben potendo essere inferiore, anche di molto”.