Da 4,5 milioni immaginati ai tempi della sua istituzione con la presidenza dell’ingegner Nino Mazzamurro a 1,4 milioni nel 2020. Nel 2021, secondo le stime, la sosta tariffata a Foggia porterà nelle casse comunali di Ataf circa 1,6 milioni di euro, una somma sicuramente inferiore rispetto allo standard iniziale del 2012 pari a 2,5 milioni, ma comunque ancora “decorosa”, se si considera il caos pandemico, i mesi di zona rossa e la scarsa propensione alle multe sia da parte degli operatori Apcoa – dal momento che l’incasso delle multe va al Comune e non all’Ataf – sia da parte dei vigili urbani ormai assai poco presenti in strada nella lotta contro il divieto di sosta.
Uno dei grossi nei del servizio della sosta tariffata foggiana, infatti, deprivata negli ultimi anni landelliani di oltre mille stalli con la realizzazione delle piste ciclabili senza bike, è proprio la capacità di elevare delle sanzioni. In altri territori l’ausiliare del traffico, opportunamente formato con dei corsi ad hoc, può fare ogni tipo di multa all’automobilista dal parcheggio selvaggio. Auto in doppia fila, auto sulle strisce pedonali, auto in divieto. A Foggia è limitato al solo controllo del tagliando.
“I vigili urbani dovrebbero fare un mea culpa, se la sosta tariffata rende meno è anche colpa loro. Tante situazioni sarebbero sanate se loro elevassero le giuste multe. Non possono farlo perché hanno poco personale al comando di via Manfredi? Perché non formano i ragazzi della sosta? Ci sono diplomati che potrebbero lavorare molto bene”, osservano dall’Ataf con stizza.
I due parcheggi sotterranei rimasti nella gestione Ataf-Apcoa, Russo e Ginnetto, rendono molto meno, il primo è spesso vuoto al mattino, anche a causa dell’assenza della politica dal Palazzo di Città. Ma questo non è necessariamente un male, dal momento che sembra che molti consiglieri comunali avessero dei pass gratuiti per amici e parenti. Ecco spiegato quindi lo stallo occupato.
È notizia di questi giorni la riunione del board, formato dall’amministratore unico Antonio Rana, nominato dalla commissaria straordinaria Marilisa Magno, e dai due dirigenti interni Ataf Stefania Piarullo e l’ingegner Leonardo Ciuffreda, con i commissari straordinari. Secondo i rumors l’obiettivo dei rappresentanti del Governo sarebbe quello di far quadrare i conti. Il contratto con Apcoa scade il prossimo 30 ottobre e i commissari a differenza di altri servizi non sarebbero orientati ad andare a nuova proroga. Ci sarà un nuovo bando o una gestione in house?
La triade con Sebastiano Giangrande in testa incaricato della vicenda sta ancora decidendo, ma non è escluso che i libri contabili della società che gestisce il servizio siano portati in tribunale. Di certo è, come si mormora in Ataf, che il contratto con Apcoa è troppo salato per l’Ataf. L’azienda di trasporto pubblico locale cittadino vorrebbe continuare il servizio anche con Apcoa, ma con delle piccole modifiche al piano. Prima fra tutte quella relativa alla quota fissa mensile da corrispondere alla società. Oggi Apcoa costa ad Ataf ben 137mila euro fissi circa all mese, che coprono stipendi e altri oneri e 118mila euro costa Cosmopol, che dopo lo scandalo Protect si occupa di svuotare i totem dei parchimetri. Troppo alta e poco stimolante la quota Apcoa, in termini di efficienza del servizio, secondo Rana, che intende abbassare la quota fissa e inserire un corrispettivo a percentuale sugli incassi della sosta.
Per i 68 dipendenti di Apcoa ogni decisione potrebbe essere dolorosa. Un cambio di appalto o un ritorno in house potrebbe voler dire un rigoroso taglio sui costi del personale. Non tutti hanno i requisiti per mantenere la gradualità e rientrare nella clausola di salvaguardia. Come è successo già per altri appalti, qualche dipendente potrebbe perdersi per strada. I 68 potrebbero doversi ridurre della metà. È questo il timore attuale. Che potrebbe essere però superato con una aggiunta di articoli del codice della strada su cui poter elevare multe da parte degli ausiliari del traffico. Intanto in Ataf tutto tace sui nuovi fiammanti 17 mezzi bianchi sopraggiunti. Ancora nessuno è in strada, mancano ancora le assicurazioni.