Un totale di 54 anni e 4 mesi di reclusione per 18 dei 20 imputati, con pene individuali comprese tra 1 anno e 4 mesi e 6 anni e sei mesi. È la richiesta fatta dal pubblico ministero di Matera Pasquale Colella nel processo sulla “Sanitopoli” lucana che il 6 luglio del 2018 portò all’esecuzione di trenta misure cautelari, tra cui quella degli arresti domiciliari a carico dell’allora presidente della Regione Marcello Pittella.
La stessa accusa ha chiesto per diversi imputati l’assoluzione per sei capi d’accusa, vale a dire tutti quelli connessi alle ipotesi di abuso d’ufficio, ritenute non più sussistenti a seguito della depenalizzazione del reato avvenuta lo scorso anno. Così, per l’ex governatore, per il quale è stata chiesta una condanna a 3 anni, resterebbe in piedi una sola contestazione: quella di concorso in falso ideologico e materiale, come istigatore, nella presunta formazione di un verbale non veritiero in un concorso all’Azienda Sanitaria di Matera.
Tra le altre richieste di pena, da segnalare c’è anche il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, all’epoca dei fatti contestati – giugno 2017 – direttore generale della Asl di Bari (2 anni e 4 mesi)
quelle per gli allora commissari delle due Asl provinciali, Pierino Quinto ( 4 anni e 6 mesi) – recentemente chiamato come consulente al Policlinico “Riuniti” di Foggia – e Giovan Battista Chiarelli (4 anni e 2 mesi). La più pesante di tutte (6 anni e 6 mesi) quella per l’ex dirigente amministrativa dell’Asm, Maria Benedetto.
Chieste invece pene inferiori, di due anni a testa, per i 6 accusati della illecita sostituzione di una società di trasporto di infermi all’Asm, vicenda dalla quale l’inchiesta prese le mosse. Il presidente del collegio Gaetano Catalani ha già fissato il calendario delle prossime udienze, in cui parleranno parti civili e difese, fino al 17 di Novembre, giorno in cui potrebbe arrivare la sentenza.