C’è attesa per l’autopsia sul corpo di Alessandro Lanza detto “Bussolotto”, il 43enne deceduto ieri nel carcere di Foggia. L’uomo, esponente di rilievo della batteria mafiosa Sinesi-Francavilla, è stato trovato impiccato dalla Polizia Penitenziaria. Pare fosse solo in cella. Un gesto sorprendente, insolito per personaggi gravitanti nel mondo della criminalità organizzata.
L’ultima visita degli avvocati al proprio assistito risalirebbe ad una settimana fa, un colloquio normale con il punto sulla posizione giudiziaria dell’uomo. Nessun segnale da parte di Lanza che potesse far pensare a gesti estremi. Lunedì il pm assegnerà l’incarico per l’autopsia, l’esame dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana.
Lanza era in attesa dell’udienza “Piazza Pulita” del prossimo 21 settembre, imputato con il fratello Mario per estorsione aggravata dalla mafiosità ai danni dell’ex “Amica”, azienda che si occupava della gestione dei rifiuti a Foggia. Inoltre, il pregiudicato era stato arrestato circa dieci giorni fa per un residuo pena di 3 anni e 6 mesi nell’ambito del blitz antimafia “Corona”, importante operazione del 2013 contro le batterie della malavita foggiana. Ma i suoi legali stavano già lavorando per chiedere una fungibilità della pena, così da ottenere uno sconto sul definitivo. In buona sostanza, a Lanza sarebbe rimasto circa un anno di reclusione, senza però considerare “Piazza Pulita” ancora in corso. In questo procedimento era stato condannato a 7 anni insieme al fratello Mario, ma poi la Cassazione aveva annullato la sentenza disponendo un nuovo processo d’appello.
Lanza fu coinvolto anche nell’operazione “Blauer” accusato di aver favorito la latitanza di Franco Li Bergolis, boss montanaro storicamente alleato con i Sinesi-Francavilla, ma in quella circostanza “Bussolotto” venne assolto.