L’emergenza Covid ha stravolto le attività del policlinico Riuniti di Foggia. I dati del 2020, mostrano l’impatto della pandemia sulle attività ordinarie e sugli accessi in Pronto soccorso. Numeri da analizzare con attenzione, per comprendere al meglio i valori del tasso di “rinuncia alle cure” e le ragioni dell’eventuale inappropriatezza di diverse prestazioni nell’epoca pre-Covid-19.
L’azienda di viale Pinto, infatti, nel corso dell’anno 2020, ha fornito assistenza sanitaria, avvalendosi complessivamente, in media, di 840 posti letto (760 nel 2019), di cui 100 dedicati ai day hospital/day surgery.
Ha erogato 24.827 ricoveri complessivi di cui il 91% circa in regime ordinario e il 9% diurno, facendo registrare una drastica riduzione dell’attività di ricovero complessiva rispetto all’anno 2019 (-24%), quando ne sono stati erogati 32.721, con una ancora più drastica riduzione dell’attività diurna (-34,7%) per effetto della minore complessità di trattamento, sacrificata per il mantenimento dell’attività ordinaria di classe A. La riduzione registrata dall’attività di ricovero ordinaria è stata pari al 21% circa.
Anche il valore della produzione è diminuito ma in misura percentualmente inferiore registrando e complessivamente una riduzione del 16,5%. Il “peso” dei ricoveri è cresciuto per via della pressione sulle terapie intensive determinata dal contagio. La degenza media nel 2020, per effetto della durata della degenza dei pazienti affetti da Covid-19, è cresciuta rispetto al consolidato degli anni precedenti, in cui si attestava poco sotto i 7 giorni, in linea con gli standard nazionali e regionali previsti dalla normativa, pur con margini di miglioramento in alcune strutture ospedaliere, soprattutto quelle mediche.
Nell’ambito dell’attività di ricovero, merita un focus particolare l’attività erogata ai pazienti affetti da Covid-19. L’azienda, in quanto hub nella rete regionale per complessità, ha assunto un ruolo fondamentale nell’affrontare l’emergenza sanitaria sia in fase di emergenza-urgenza che in fase diagnostica come anche terapeutica acuta. I pazienti Covid complessivamente trattati sono stati 1.242 per un numero complessivo di giornate di degenza pari a 22.616 sui tre livelli di complessità, non intensivo, semi-intensivo e intensivo. Dunque, la degenza media di un paziente è stata di 18,2 giorni. La complessità dei pazienti trattati è testimoniata dal peso medio di questi ricoveri medici pari a 1,73.
Nel 2020 è aumentata l’attività chirurgica portando l’incidenza della stessa rispetto al totale dei ricoveri, sia ordinari che day surgery, dal 35,60% al 38,60%, anche se fatica a venir fuori una particolare vocazione chirurgica. Nel blocco operatorio e nelle sale interventistiche, sono stati eseguiti complessivamente 14.809 interventi con una importante riduzione rispetto al 2019.
Quanto alla provenienza dei pazienti, circa l’88% dei ricoveri ordinari proviene dalla provincia di Foggia; il 6% proviene dal resto della Puglia e circa il 6% da fuori Regione (in testa c’è la Basilicata). La medesima articolazione si registra dai dati relativi alla provenienza dei ricoveri in Day Hospital.
Attività ambulatoriale
L’attività specialistica per pazienti cosiddetti ‘esterni’ si è abbattuta significativamente in relazione al blocco intervenuto, per disposizioni regionali, nelle attività di specialistica ambulatoriale nei periodi di massimo “picco” dell’emergenza pandemica, periodo in cui sono state comunque garantite le prestazioni in Urgenza (U) e le cosiddette Brevi (B) e parzialmente le D (le prestazioni per i malati oncologici). La riduzione complessiva della specialistica per esterni è stata complessivamente del 22,5% se si considerano i volumi e del 13% se si considera il valore economico.
Il Riuniti ha erogato nell’anno 2020 circa 1,3 milioni di prestazioni ambulatoriali, al netto delle prestazioni effettuate verso i pazienti ricoverati, per un valore economico di circa 35 milioni, costituite prevalentemente da prestazioni ambulatoriali nella branca laboratoristica, da prestazioni ambulatoriali nella branca della diagnostica per immagini e da altre prestazioni specialistiche, che vanno dalle visite fino ai Pacchetti ambulatoriali complessi (PAC).
Rete dell’emergenza-urgenza
Come noto, il policlinico Riuniti di Foggia, in quanto sede del DEA di II livello, qualifica una parte rilevante della propria attività come emergenza-urgenza. Ha erogato nel 2020 circa il 56% della propria attività di ricoveri ordinari, in regime di emergenza/urgenza. Nell’anno del Covid, l’attività di pronto soccorso ha avuto complessivamente un numero di accessi pari a 36.591, circa 18.000 accessi in meno rispetto al 2019 (- 33%). Dal triage eseguito nel Pronto Soccorso si evidenzia che i codici bianchi rappresentano meno del 1,0% della casistica, i codici verdi il 46%, i codici gialli il 45% e i codici rossi il circa l’8%. Anche i dati di attività relativi al Sistema di Emergenza-Urgenza territoriale – Centrale operativa 118, che ha avuto un ruolo importantissimo nella gestione della maxi emergenza, mostrano una mutazione sostanziale d’approccio. Complessivamente le richieste di intervento per l’anno 2020 pervenute alla centrale operativa sono state circa 185.000, circa 45.000 in più rispetto al totale di richieste pervenute nell’anno 2019, con evidente nesso di causa con la pandemia da Covid-19. A conferma della evidenza epidemiologica, i report ufficiali evidenziano come l’incidenza di patologie respiratorie e infettive (ovvero assimilabili a pazienti Covid positivi o sospetti) per l’anno 2019 sono state pari a 7.219, di cui 421 infettive e 6.798 da riferire all’apparato respiratorio mentre nell’anno 2020 i due apparati hanno avuto un numero di casi pari a 10.469 con le patologie infettive che sono passate da 421 del 2019 a 2.462 nel 2020 ed in percentuale rispetto agli interventi dallo 0.68% al 10.32% e le respiratorie dalle 6798 (10.98%) del 2019 alle 8007 (13.82%) del 2020. Ovviamente tale esponenziale incremento è da riferire alla pandemia, che ha registrato il picco nella seconda ondata dopo il mese di settembre 2020 ed in parallelo ne consegue un esponenziale incremento dell’attività della struttura logistica e del personale afferente alla Centrale come si evince oltre che dal numero di interventi, dalle ospedalizzazioni e anche dai coordinamenti di interventi HEMS (Elisoccorso) per trasferimento spesso di pazienti positivi in rianimazioni regionali ed extraregionali a causa di saturazione posti letto in Terapia Intensiva del Policlinico di Foggia. Gli interventi HEMS sono stati nel 2020 in totale 307 di cui 177 durante la seconda ondata della pandemia in cui si è inconfutabilmente registrato il picco di richieste di interventi.
Lavoro flessibile
L’organico del Policlinico è stato notevolmente rimpinguato, sia con procedure di evidenza pubblica già programmate precedentemente, sia per interventi urgenti di immissione di personale sanitario per far fronte all’emergenza. In quest’ultimo caso, si è fatto riferimento al lavoro flessibile. Il costo complessivo della voce in bilancio è stato di 13,4 milioni di euro, utilizzati per il reclutamento straordinario di personale con rapporti di lavoro flessibile per fronteggiare la pandemia.