“Accompagnata da occhi amorevoli e mani delicate, la mia esperienza al Riuniti è stata paradisiaca. C’è del bello e del buono anche a Foggia e bisognerebbe raccontarlo assieme alle cose che non vanno”. Una giovane mamma, Sophie Ciuffreda, racconta il suo percorso nel reparto di Ostetricia e ginecologia del policlinico, sottolineando l’alta qualità del servizio. “Spesso ci capita di dar voce a esternazioni negative, di sottolineare quando le cose non vanno, quando il personale ospedaliero è manchevole, quando i disservizi si susseguono – scrive in una lettera -, ma bisogna anche sottolineare il meglio. Ho partorito qualche giorno fa il mio terzo figlio. Giunta in maternità piena di paure e ansie (giustificate dalle esperienze dei parti e delle degenze precedenti), sono stata accolta con entusiasmo, premura, pazienza dalle braccia di un team di turno quella notte (20 luglio 21) che dopo avermi introdotta alle pratiche del triage e della prima visita, mi hanno dato il benvenuto in quello che sarebbe stato il luogo in cui avrei dato alla luce il mio bimbo”.
“Mi hanno guidata – prosegue -, accompagnata con occhi amorevoli, rassicuranti, empatici, mani delicate e pronte a stringere la mia, competenti e sicure, per tutto il travaglio e il parto, permettendomi di vivere un’esperienza sì di dolore, ma positivamente indimenticabile! E sì, perché è vero che a partorire è la mamma, ma quante fonti potremmo citare circa l’importanza in ogni ambito, dell’empatia, della motivazione, di un approccio positivo? L’esperienza paradisiaca è proseguita poi al nido, dove il personale (dai più giovani a quello con piu esperienza) si è mostrato sempre premuroso, dolce, presente, disponibile attento. Simpatici risvegli al mattino con gli oss con i quali scambiare allegre battute e risate tra il cambio di un letto e l’altro. E smentiamo anche il tabù sugli infermieri: mai nessuna risposta negativa, ma cordialità e disponibilità! È vero, si potrebbe lavorare un po’ di più sulla struttura (aria condizionata o zanzariere) per rendere un po’ più confortevole la degenza e il lavoro di quanti ogni giorno offrono il proprio talento tra queste corsie, ma tutto è stato ampiamente ricompensato da un trattamento umano come mai prima”.
“Il reparto di ostetricia e ginecologia (ospedaliero) ha cambiato il suo volto – ha aggiunto -: un volto ora giovane, fresco, fatto di tante giovani menti (e mani) pronte a operare il cambiamento, il salto generazionale e qualitativo che da tempo questa struttura necessitava! E non perché l’esperienza vada sostituita dalla gioventù, ma perché a volte i retaggi del passato non lasciano spazio ai cambiamenti positivi (attenzione al paziente non in quanto numero, ma in quanto essere esclusivo, con una sua storia, in suo vissuto; accortezza, gentilezza, disponibilità). E il cambiamento si sente, si respira, si vive! Vengo oggi dimessa ma mai avrei pensato di poter dire: ‘vorrei restare un altro giorno!’. Eppure a casa ho una splendida famiglia pronta ad accoglierci.
Che sia stata solo una esperienza? Non credo e non voglio crederci – conclude -, al contrario: voglio credere che tante mamme possano vivere in maniera serena e rassicurante l’esperienza più importante della vita di una donna. E questo sarà possibile se ciascuno continuerà a vivere il proprio lavoro come una vocazione al servizio del paziente”.