“Caro Beppe, mi rivolgo direttamente a te poiché non riconosco ad altri alcun ruolo di guida del MoVimento 5 Stelle”. Inizia così la lettera aperta della parlamentare foggiana Rosa Menga, nei giorni dello scontro tra Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte.
“Di certo non lo riconosco a Vito Crimi, capo politico mai eletto, reggente perpetuo in violazione del nostro Statuto; né posso riconoscerlo a Giuseppe Conte, persona capacissima e degna di stima ma che, come ha sempre dichiarato, al MoVimento non si è mai neppure iscritto. Mi rivolgo a te per chiederti, con assoluta schiettezza ed al tempo stesso con l’affetto e la gratitudine di sempre: ma in fondo, cosa ti aspettavi? A febbraio scorso, si è consumato lo sfacelo definitivo della creatura che tu, da autentico visionario, avevi plasmato insieme a Gianroberto Casaleggio.
Il MoVimento, per bocca dei suoi più influenti rappresentanti, nel giro di poche ore passò dalla linea ‘O Conte o voto’, dal veto su Renzi e sui governi tecnici alla succube accettazione di Draghi premier in un Governo dei ‘migliori’ (per chi o per cosa?!) con tutti dentro.
Tu stesso desti la tua benedizione, elogiando l’ex presidente della BCE, definendolo finanche un ‘grillino’, e promettendo ‘superministeri’ alla Transizione Ecologica senza accorgerti forse che, con ministri M5S che da due anni erano già alla guida dei Dicasteri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, quella transizione avresti potuto realizzarla certamente meglio che con il leopoldino Cingolani”.
“Subito dopo ciò, non proferisti parola mentre il reggente succitato sbatteva fuori con un triste post Facebook decine e decine di portavoce alla Camera e al Senato, me compresa, ‘rei’ di non aver rispettato l’esito di un voto su Rousseau… peccato che quel voto fosse un’autentica truffa semantica.
A proposito, da quel giorno la sottoscritta e tanti altri come me non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione dal Collegio dei Probi Viri, che come sai è l’unico organo che ha il compito di decidere del nostro destino di Portavoce… oppure ancora una volta lo Statuto si rispetta solo quando fa comodo?
Ma torniamo ai fatti: dicevo, dopo aver dato il benservito a pezzi interi dell’identità pentastellata, come Nicola Morra, Barbara Lezzi, Alessio Villarosa, ancora nulla uscì dalla tua bocca mentre andava penosamente in scena il divorzio tra Associazione MoVimento 5 Stelle e Associazione Rousseau, e mentre a farne le spese erano i ‘figli’ contesi, ossia tutti noi iscritti.
In compenso, a parlare per te e dunque a nome del MoVimento era Giuseppe Conte, a cui tu stesso avevi affidato il compito di risollevare le sorti della tua creatura. Un’altra amnesia selettiva, visto che appena pochi mesi prima la tanto acclamata ‘base’ aveva letteralmente cancellato ogni riferimento all’uomo solo al comando dal nostro Statuto, propendendo a larga maggioranza per un Comitato Direttivo a cinque.
Ebbene, Conte ha fatto esattamente ciò che tu gli hai conferito il mandato di fare, lasciandogli carta bianca su simbolo, nome, Statuto per l’appunto, Codice Etico, programma, organizzazione interna. E non puoi dire che non sia stato chiaro con te e con tutti nei suoi intenti: sin dalla prima assemblea con i parlamentari a cui fu invitato da leader in pectore, trasmessa in streaming, Conte utilizzò la parola ‘ri-FONDARE’ per descrivere il suo lavoro in corso.
Tu sei uomo intelligente e colto, perciò sono certa che non ti sia sfuggito. Come pure non ti sfugge che non può esistere capo politico degno di questo appellativo se poi, prima di fare una dichiarazione pubblica, deve concordare con te la linea comunicativa, o se, peggio ancora, dopo una trattativa con altre forze politiche deve alzare il telefono e chiederti per favore di concedergli l’uso del simbolo che tu solo detieni per liste e candidati. Allora, ti ripeto, cosa ti aspettavi? Non si può avere la botte piena e lo moglie ubriaca. Ergo, non si può puntare ad annettere il consenso e la credibilità di cui gode Conte senza che prenda forma il ‘progetto Conte’; non si può giocare a fare il partito quando si scopre che è utile a tutti dotarsi di una struttura territoriale ed è utile a qualcuno superare il limite dei due mandati e poi giocare a fare il MoVimento quando si ha paura di perdere per sempre lo zoccolo duro di votanti sempre più delusi da questa inconcludenza.
Non si può fare la forza anti-sistema e post-ideologica mentre si persegue l’alleanza strutturale con il centrosinistra”.
“La strada la conoscevi – conclude -: il voto su Rousseau per l’elezione dei membri del Comitato Direttivo e poi, eventualmente, una nuova, successiva modifica allo Statuto per dare a Conte il ruolo di spicco che meritava. Hai scelto tu di non percorrerla. Non provo alcuna forma di compiacimento a dirti che ora ne pagherai le conseguenze, perché a farne le spese non sarai tu, ma quegli undici milioni di elettori che solamente tre anni fa ti, anzi ci avevano dato fiducia.
Vedi, parlo ancora alla prima persona plurale, perché, a distanza di oltre quattro mesi, il mio cuore non ha ripreso a battere per nessun altro progetto politico. Ma, come ti ha detto anche Giuseppe Conte, anch’io ora ti dico che se oltre al cuore non c’è la testa, non potrò schierarmi dalla tua parte e rendermi complice dei tanti, troppi errori commessi. Buon cammino”.