“Il processo sull’operazione che la Procura di Foggia ha inteso intitolare come ‘C’era una volta’, titolo che riserva già un’idea a monte sull’intenzione, ha inizio e finalmente potrò difendermi nelle aule dei Tribunali. Stamattina il Giudice per le udienze preliminari di Foggia, rinviandomi a giudizio, ha avviato il processo per la vicenda che, ahimè, mi ha coinvolto nel mese di ottobre 2019″. Lo ha dichiarato l’ex parlamentare Angelo Cera dopo la decisione di questa mattina del Tribunale di Foggia.
“Che sia ben chiaro – aggiunge -, se ci sono dubbi sul mio modo di agire è giusto che se ne discuta e se ne faccia chiarezza, ma quando una Procura, durante una conferenza stampa e per corroborare un impianto accusatorio, non solo attacca il mio modo di fare politica, che io stesso ho definito ‘tra la gente e per la gente’, scende in apprezzamenti personali sulla mia persona, di essere un pericolo sociale e umilia la gente che affollava la mia segreteria è quantomeno disgustoso. Ho passato 100 giorni a casa nel rispettoso silenzio e ho dovuto subirmi anche i commenti di chi prima di iniziare un riesame se la rideva chiamandomi ‘grezzone’ e che dovevo vergognarmi di aver dato il nome di Napoleone a mio figlio. Ma ora basta! Non sono abituato a tacere, chi mi conosce sa che sul mio conto non si è mai detta una parola fuori posto. Sono Angelo Cera e sono contento di essere il ‘grezzone’ di San Marco in Lamis, arcigno, pronto a difendermi nelle aule dei Tribunali e continuare a stare al fianco chi è più debole, sopratutto in un territorio sempre dimenticato e considerato preda dei potentati di turno”, conclude.