Dopo appena 8 mesi e una campagna elettorale fratricida con Fabrizio Abate, naufraga il dopo Tutolo a Lucera. Il sindaco prescelto Giuseppe Pitta si è dimesso, con una maggioranza ormai in frantumi, cominciata con l’allontanamento dei tre consiglieri comunali emilianisti e con le dimissioni di Pierluigi Colomba, assessore alla Polizia Municipale e primo degli eletti della Lista Tutolo CON. “Non ho nulla da rimproverarmi e mi sarebbe piaciuto portare avanti il lavoro iniziato. Ma non è stato possibile, mio malgrado. Adesso, voglio riflettere e capire fino in fondo quanto accaduto in questi mesi, per maturare la mia narrazione definitiva di questa storia ed andare avanti. Intanto, mi riprendo pienamente la mia libertà e la mia dignità, estraneo ad ogni basso e cinico gioco di potere”, ha scritto sui social Colomba.
La maggioranza Pitta, dopo essersi fatta carico di scelte dolorose causate dal contagio che ha funestato Lucera nella seconda ondata del virus, ha dovuto fare i conti con la rottura del gruppo CON con l’assessora di riferimento alla Cultura Carolina Favilla, rimasta in sella. In realtà le motivazioni della crisi sarebbero da rintracciare in motivi abbastanza futili. Parrebbero addirittura le elezioni per il Consiglio provinciale, ancora non fissate e molto incerte, la vera causa di scontro tra gli eletti. Ben due consiglieri, e forse anche lo stesso sindaco Pitta, ambivano a Palazzo Dogana e tra questi il cognato di Antonio Tutolo, Vincenzo Checchia. C’è sempre un cognato/a di troppo nella politica provinciale. Che farà Pitta? Ritirerà le sue dimissioni tra 20 giorni? Al momento è fallita l’operazione di allargamento al centrodestra, mentre restano sui loro passi i 5 eletti del Pd, Lista Abate e Lucera 2.0, i quali si sono detti indisponibili a qualsiasi accordo.