Mentre gli arrestati preparano il ricorso nella speranza di tornare in libertà, l’inchiesta sulle mazzette al Comune di Foggia prosegue senza sosta. Ascoltati in procura alcuni ex consiglieri comunali come persone informate sui fatti. Fanno discutere, intanto, le dichiarazioni rese da Pippo Cavaliere agli inquirenti lo scorso 1 maggio, all’indomani dell’arresto di Leonardo Iaccarino. Ad inizio 2021 il leader del centrosinistra foggiano si recò a casa dell’ex presidente del Consiglio comunale per convincerlo a dimettersi dopo il caso delle pistolettate di Capodanno. In quella occasione, intercettazioni alla mano, Iaccarino parlò a Cavaliere del sistema di corruzione in Comune con chiari riferimenti alle tangenti che l’imprenditore edile Paolo Tonti, arrestato nell’ultima inchiesta, avrebbe versato per un importante progetto edilizio nei pressi dell’ospedale foggiano.
Nelle scorse ore, Cavaliere è finito nel mirino delle critiche per non aver denunciato subito la vicenda, attendendo la convocazione in Questura dell’1 maggio: “È notizia recente che un esponente di spicco dell’opposizione comunale si sarebbe recato a casa del presidente del consiglio comunale Iaccarino il quale, quattro mesi prima di essere arrestato per corruzione, gli avrebbe confessato il giro di tangenti intascate dal sindaco e spartite tra i vari consiglieri – scrivono i vertici del Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale di Pino Aprile -. Che cosa abbia fatto di quella confessione per tutti questi mesi non sappiamo, fatto sta che a tutt’oggi, dopo una settimana dall’arresto del sindaco, nessuna condanna del sistema politico-criminale che grava sulla città è arrivata dai partiti di opposizione”.
Secondo il “Movimento” emerge “un quadro desolante del sistema politico-criminale cittadino e della inesistente opposizione di centrosinistra che, invece di parlare ai cittadini smarcandosi da questo verminaio, preferisce dialogare nelle segrete stanze con gli esponenti di tale sistema corrotto, un sistema politico che lucra sulla disperazione di una città ridotta allo stremo dalla politica nordcentrica nazionale, di stampo paraleghista, e da un una classe politica inguardabile, figlia di tale disperazione che genera clientelismo”. (In alto, da sinistra, Tonti, Iaccarino, Landella e Cavaliere)