
“Il mesto passo d’addio del Consiglio Comunale di Foggia, nel suo mandato più breve da decenni, desta riflessioni impietose. Spetta ai magistrati stabilire se – come sembra emergere dalle inchieste – Palazzo di Città sia stato il centro motore di una corruzione sistemica, con consiglieri attivamente impegnati, su mandato e con la complicità dello stesso primo cittadino, ad estorcere o ricevere denaro ed altre utilità. È necessario sottolineare, però, che malgrado non ci fossero prove documentali di quanto stava avvenendo, la percezione dell’infiltrarsi di un corpo estraneo nella nostra principale istituzione cittadina è antica, precedente all’avvio del secondo mandato di Franco Landella. Che è stato ricandidato malgrado pesanti nubi aleggiassero sul suo entourage, e che è stato rieletto al termine di una campagna elettorale fatta di promesse clientelari di ogni tipo e macchiata dall’ombra di pressioni oscure esercitate davanti ai seggi elettorali, come ebbi modo di evidenziare pubblicamente in una lettera aperta ai cittadini foggiani”. Esordisce così Pippo Cavaliere, ex candidato sindaco di Foggia ed ormai ex consigliere comunale. Si chiude ufficialmente oggi il secondo mandato di Franco Landella, vincitore delle amministrative nel 2019 ma travolto nei giorni scorsi da un’inchiesta della procura di Foggia culminata con l’arresto del primo cittadino.
“Il provvidenziale intervento di supplenza delle forze dell’ordine e della magistratura non cancella la drammatica debolezza mostrata dagli istituti di controllo della democrazia, primo fra tutti la vigilanza dell’opinione pubblica, malgrado denunce e allarmi insistiti – commenta Cavaliere -. L’eclissi della politica, determinata certamente, in parte, dalla carenza o dall’assenza di risposte chiare e coerenti ai cittadini, ha favorito, se non determinato, una condizione di opacità e di isolamento in cui il malaffare ha avuto gioco facile. Il ritorno della partecipazione civica, del confronto politico, dell’attenzione democratica sono l’indispensabile presupposto per voltare pagina. Su di noi non incombe soltanto lo spettro di un disastro politico ed amministrativo, ma anche di un disastro civile ed educativo: un degrado morale così esteso è terreno fertile per una criminalità che ha finora avuto vita facile, come ha ricordato il prefetto Grassi, ad infiltrarsi in un contesto permeabile; un degrado connotato da aspetti così diseducativi da poter indurre i giovani ad intraprendere strade sbagliate. Non si tratta soltanto di cambiare le persone, ma di cambiare passo. A cominciare dalla capacità di dire ‘NO’ ai detentori di pacchetti di voti messi a disposizione del miglior offerente. È tempo che tutti i foggiani onesti, e sono tanti, tutti i cittadini di buona volontà, facciano sentire la propria voce e facciano argine contro crimine e corruzione. Nel segno della solidarietà e della fraternità, ma anche del rigore. Non è troppo tardi. Ma non è sicuramente troppo presto”.