
Si rincorrono i rumors al Comune di Foggia, ma stando alle ultime indiscrezioni il sindaco dimissionario potrebbe, con un colpo di teatro, tornare in sella insieme alla sua Giunta di tecnici, alcuni dei quali convintissimi ad andare avanti nonostante i nuovi arresti e le dimissioni degli uomini più fidati dell’amministrazione Landella. Chi credeva che le dimissioni del primo cittadino siano state anche dettate dalla perquisizione a casa sua in Macchia Gialla, dal prelevamento dei cellulari da parte degli inquirenti e da possibili rivelazioni rese in carcere da Leo Iaccarino, potrebbe dover ricredersi. È fissata infatti per lunedì l’ennesima riunione di maggioranza del 2021 col sindaco. Nel weekend ci saranno incontri e trattative.
Che abbiano ancora da dirsi dopo tanto dibattere e con la presenza della commissione d’accesso per la verifica di infiltrazioni mafiose negli uffici è un mistero.
Di certo non saranno i partiti ad invitare il sindaco a ritirare le dimissioni. Landella farà una nuova conta dei suoi sostenitori. Tra loro non ci sarà Micky Sepalone che dopo la surroga è intenzionato a dimettersi.
Intanto, sono confusi gli animi del centrosinistra. Secondo alcune interpretazioni del Tuel, rappresentate da Giuseppe Mainiero, con i tre consiglieri dimissionari (Di Pasqua, Morese e Bove) più il sindaco dimessosi basterebbero 12 dimissioni, non più dal notaio ma dal segretario generale, per sciogliere il Consiglio comunale, dal momento che per approvare le surroghe serve la metà dei consiglieri più uno. Un numero che in questo momento l’aula non ha dopo le dimissioni e le sospensioni attuate dal prefetto Grassi.
Altre interpretazioni però ritengono non perseguibile questa condotta. I consiglieri di centrosinistra avrebbero chiesto lumi al segretario generale in tal senso. Senza avere esiti positivi.