Giuseppe De Benedictis ha confessato e ha chiesto scusa. Il giudice, in carcere a Lecce, ha risposto alle domande del gip Giulia Proto e dei pm del tribunale salentino. Avrebbe parlato per oltre due ore, ammettendo di aver intascato tangenti per scarcerare alcuni esponenti della malavita organizzata. Uscendo dal penitenziario, i legali di De Benedictis, gli avvocati Gianfranco Schirone e Saverio Ingrassia, hanno rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa. Il giudice avrebbe agito per un corto circuito mentale dovuto alla morte della moglie, “una vicenda dopo la quale ho deragliato”, avrebbe detto. “Ha avuto un periodo di disconnessione – hanno rimarcato i legali -, non si è reso conto di quello che stava facendo. Un corto circuito di un anno e mezzo causato da vicende personali e da un isolamento professionale verificatosi dopo il ritrovamento delle armi”. De Benedictis fu arrestato nel 2010, condannato in appello ma assolto in Cassazione, perché a casa sua, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere fu ritrovato un arsenale, tra cui un’arma da guerra che non avrebbe potuto tenere. Una vicenda che, stando ai difensori, avrebbe segnato profondamente l’indagato. “Sapeva che non sarebbe stato più preso in considerazione dal Csm, vedendo vanificato ogni sogno di progressione di carriera”.
I legali lo hanno descritto come un uomo distrutto, “molto provato e sofferente”, devastato dai “sensi di colpa”. Con le dichiarazioni rese oggi si sarebbe “liberato di un peso che non riusciva a scrollarsi di dosso da solo. Quello che ha fatto è una nefandezza che lui stesso ha riconosciuto davanti al gip e al pm davanti al quale ha mostrato tutta la sua sofferenza con un pianto liberatorio. È un uomo che ora ha voglia solo di riscattarsi”. Gli avvocati hanno anche rivolto un appello ai giornalisti: “Non giudicate, ricordatevi che per 36 anni è stato un magistrato esemplare, questo non bisogna dimenticarlo”. Al termine dell’interrogatorio, i due legali hanno chiesto la concessione degli arresti domiciliari ritenendo che non sussistano più le esigenze cautelari; non ci sarebbe il pericolo di reiterazione del reato in quanto De Benedictis ha chiesto di lasciare la magistratura. Nelle prossime ore sarà interrogato anche l’avvocato Giancarlo Chiariello.