C’è la mala garganica dietro lo scandalo giudiziario che ha travolto il giudice Giuseppe De Benedictis e l’avvocato Giancarlo Chiariello. Per entrambi si sono aperte le porte del carcere per corruzione. Tra gli indagati c’è anche un nome di rilievo dei clan del promontorio, il 35enne viestano Danilo Della Malva alias “U’ meticcio”, uomo di punta del clan Raduano, arrestato tempo fa in Spagna per narcotraffico. Sotto inchiesta anche lo zio Matteo Della Malva, 50 anni e la 26enne Valeria Gala, compagna del “meticcio”.
Indagati, inoltre, Alberto Chiariello, 40 anni e Marianna Casadibari, 45 anni (collaboratori dello studio Chiariello), il legale Paolo D’Ambrosio, 52 anni del Foro di Foggia, Roberto Dello Russo, 41 anni di Terlizzi, Michele Pio Gianquitto, 42 anni di Foggia e Antonio Ippedico, 49 anni di Foggia, gli ultimi due coinvolti nella recente operazione antimafia “Grande Carro”.
Corruzione in atti giudiziari è la pesante accusa per De Benedictis, Giancarlo Chiariello, i due Della Malva e Valeria Gala. Stando all’ordinanza del gip Proto del Tribunale di Lecce, il giudice De Benedictis avrebbe stretto “un patto corruttivo” con Chiariello – quest’ultimo di concerto con Danilo Della Malva -, favorendo il malavitoso attraverso un provvedimento “de libertate”, ricevendo in cambio denaro.
L’11 marzo 2020, De Benedictis emise provvedimento di sostituzione della custodia cautelare nel carcere di Rebibbia con quella degli arresti domiciliari con “braccialetto elettronico” in un’abitazione di Vasto Marina ricevendo quale controprestazione 30mila euro versati in tranche tramite Matteo Della Malva e Valeria Gala. Nell’ordinanza il giudice evidenza “l’aggravante per aver commesso i fatti al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso di appartenenza di Danilo Della Malva, promotore e organizzatore, unitamente a Marco Raduano ed altri, di una organizzazione criminale dedita al narcotrafico operante con metodo mafioso nel territorio della Capitanata, gruppo derivante dallo smembramento del clan Notarangelo, egemone in Vieste”.
Nel corso delle perquisizioni eseguite stamattina, contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti del giudice De Benedictis, magistrato dell’Ufficio GIP di Bari e dell’avvocato Chiariello, del foro di Bari, i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno sottoposto a sequestro un importante quantitativo di denaro. Infatti nell’abitazione del figlio dell’avvocato Chiariello, anche lui indagato, in tre zaini nascosti all’interno di un divano e di un armadio sono stati rinvenuti circa 1 milione e 200 mila euro in contanti. Sono in corso accertamenti per verificare la provenienza del denaro.
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