Fa discutere l’ultima uscita pubblica nella trasmissione Rai Storie Italiane del presidente dell’Arca Capitanata, l’avvocato Denny Pascarella. Ancora una volta, dopo le famiglie dei container di via San Severo – ormai quasi tutte alloggiate in appartamenti Arca nuovi o completamente ristrutturati – l’amministratore tarantino ha preso a cuore la vicenda di alcuni nuclei familiari foggiani, in piena emergenza abitativa. Questa volta il format televisivo di Eleonora Daniele, di casa a Foggia, si è occupato dei residenti del centro storico, che il Comune ha deciso di sgomberare per l’alienazione dell’antico edificio, che costeggia l’Auditorium di Santa Chiara. Oltre 15 famiglie sono in balia degli eventi. Neppure l’insediamento della commissione d’accesso per la verifica della sussistenza di infiltrazioni mafiose ha fatto desistere dal suo intendimento l’amministrazione Landella. Pascarella ha assicurato in diretta che alle famiglie l’Arca Capitanata troverà presto una sistemazione. Ebbene, secondo più di un osservatore, che conosce profondamente la materia delle case popolari, il presidente dell’ente regionale si starebbe sostituendo in maniera discrezionale al Comune di Foggia, unico ente titolato a indicare chi ha davvero bisogno di una abitazione e ad assegnare alloggi.
La prassi scelta dall’Arca è risultata vincente per i container di via San Severo, una situazione divenuta ormai un vero scandalo a cielo aperto in città, eppure qualcuno si fa più di una domanda. Davvero quelle famiglie erano più bisognose di altre in termini reddituali o stavano cavalcando l’emergenza? A rendere le cose ancora più confuse è l’assenza di una graduatoria definitiva per l’assegnazione di case popolari. Come si sa, quella provvisoria è stata emanata nel novembre 2020. Sono circa 800 i nuclei risultati idonei, che avevano un mese di tempo per fare ricorso sui criteri di attribuzione del punteggio.
In 30 giorni sarebbero arrivate ben 600 domande di ricorso. E la Commissione per l’emergenza abitativa, che in teoria per legge avrebbe 60 giorni per accertare e verificare ogni istanza, avrebbe processato, per ora, anche causa Covid, solo 50 ricorsi. Una delle ultime riunioni, che si sarebbe dovuta celebrare online in remoto, sarebbe stata fatta saltare da alcuni membri sindacali, secondo i quali non era possibile giudicare le istanze col pc, senza la presenza. Insomma la graduatoria è in uno stallo completo. E rischia anche di essere ormai inattuale, se si considera che la legge vuole che gli elenchi con i punteggi siano aggiornati ogni due anni. La graduatoria foggiana fotografa un momento delle famiglie bisognose al 2016, data del bando e di partecipazione.
Quante cose sono cambiate da allora? Quanti nuclei familiari sono rimasti nelle stesse condizioni economiche? Nel frattempo però, in barba a criteri standardizzati e nel bel mezzo di una inchiesta sugli alloggi assegnati a parenti di mafiosi e a loro prestanomi, molte chiavi sono state consegnate. A l’Immediato l’avvocato Pascarella però annuncia la strategia Arca. “Non è nostra competenza stilare graduatorie o assegnare case. A Storie Italiane ho parlato di programmazione e ho precisato che le iniziative di brevissimo termine sono di competenza del Comune”. Da tempo il Comune, insieme all’housing sociale, ormai abortito, intende avviare un programma di edificazione a Borgo Croci, utilizzando alcuni ruderi presenti in via San Severo.