“L’amministrazione Landella non ha mai prodotto nessun appalto contro legge”. Si difende in commissione il centrodestra foggiano dalle accuse di infiltrazioni mafiose e da quanto reso pubblico sulla stampa su alcuni servizi, non monitorati dalla tecnostruttura in ordine alle varie interdittive emanate dalla Prefettura. Collegati con gli eletti del Comune di Foggia, l’assessore Sergio Cangelli e i vari dirigenti, Carlo Dicesare, Paolo Affatato e il segretario generale. L’assessore ai Contratti ed Appalti ha analizzato punto per punto i vari appalti.
TRIBUTI
Ha cominciato con i tributi. “Il rapporto con Adriatica Servizi nasce il 7 agosto 2017 allorquando con affitto ramo d’azienda e subentro all’amministrazione straordinaria dell’ex Aipa, poi diventata Mazal. Una procedura tutta incardinata nel Ministero dello Sviluppo Economico, il Comune di Foggia in questo rapporto si è limitato alla presa d’atto. Il 16 settembre 2019 come a tutti noto c’è stata una interdittiva del prefetto di Foggia nei confronti di Adriatica Servizi e il Comune ha adottato la risoluzione del contratto nonostante si trattasse di un servizio delicato; l’amministrazione non ha esitato un attimo ad internalizzare il servizio, si è immediatamente adeguata a risolvere il contratto”.
La determina è stata impugnata da Adriatica Servizi senza esito, ha proseguito Cangelli: “Abbiamo respinto il rientro in servizio della società, questa è stata una scelta discrezionale”. La società ha impugnato dinanzi al Tar l’interdittiva antimafia, e ha chiesto il controllo giudiziario per il codice antimafia e il decreto legislativo del 2011. “Il 16 marzo 2020 la società ha chiesto il controllo giudiziario che sospende l’interdittiva tornando nella white list. Luca Damore è amministratore straordinario della società: il giorno primo aprile 2020 la Adriatica chiede di tornare a gestire il servizio, l’amministrazione però ha rigettato questa istanza a cui hanno fatto seguito una serie di adempimenti per internalizzare i servizi e oggi è in corso la predisposizione della nuova gara, con l’affidamento all’agenzia delle entrate per la riscossione coatta. Insomma c’è stata assoluta tempestività e trasparenza del servizio”, ha concluso Cangelli, chiudendo il capitolo tributi. Lo stesso Damore, peraltro, è stato inserito anche nel CdA della società. Sul punto è intervenuto anche Dicesare. “Dal punto di vista amministrativo e gestionale – ha aggiunto il dirigente -, credo che l’atteggiamento del Comune sia stato abbastanza lineare. Abbiamo applicato alla lettera tutto quello che imponeva la normativa. Dopo la gestione fallimentare di Aipa e Mazal e disastrosa per le entrate del Comune, la gestione di Adriatica Servizi ha portato sicuramente più ossigeno: i risultati sono quelli descritti dal Collegio dei revisori e della Corte dei conti. Siamo passati dal nulla a flussi di cassa normali per il Comune, questo ci ha consentito di rimetterci in riga sulle anticipazioni di tesoreria”. Poi prosegue: “Fino a settembre 2019 posso dire che la gestione di Adriatica Servizi è andata bene. Poi abbiamo internalizzato il servizio, con gli stessi dipendenti di Adriatica, come d’intesa con il prefetto, per la clausola di salvaguardia. Poi c’è stato l’affidamento ad Andreani Tributi, che è andata meglio, ma perché ha potuto contare su un modello già rodato, che è quello di Adriatica Servizi“.
CIMITERO
“Veniamo invece ai servizi cimiteriali – ha rimarcato Cangelli, ripercorrendo l’appalto – il rapporto contrattuale con Pfc è nato nel 2011 in anni precedenti all’insediamento di questa amministrazione. È un contratto complesso, che attiene sia alla gestione sia alla costruzione di loculi cimiteriali”.
I fatti sono ormai storia: il 16 settembre una società interna all’appalto, la CTM srl ha avuto l’interdittiva. “Il 23 settembre la Pfc comunica la risoluzione del contratto con CTM, noi ci siamo riuniti e abbiamo deciso di coinvolgere il prefetto sulle scelte da fare, tant’è che unitamente al sindaco abbiamo avuto un incontro col prefetto, abbiamo fatto presente che, contrariamente al servizio tributi, l’internalizzazione era impossibile perché avrebbe comportato dei problemi pratici e di igiene pubblica con la mancata tutela di diritti costituzionalmente garantiti; il prefetto ci ha suggerito di richiedere il certificato antimafia per Pfc. Ma il giorno 11 ottobre l’interdittiva viene estesa anche per Pfc, il 15 ottobre 2019 il sindaco fa una nota al prefetto dove prende atto della interdittiva e sulla base delle risultanze fa una istanza ai sensi dell’articolo 32 comma 10 e comma 1 del Testo unico antimafia se ci fossero le condizioni per continuare con una amministrazione straordinaria. Con l’Anac il prefetto nomina 3 commissari che amministrano Pfc, ma il 16 marzo 2020 anche per Pfc subentra il controllo giudiziario con la nomina del tribunale penale dell’avvocato Damore. Anche in questo caso l’amministrazione si è sempre tempestivamente adoperata”.
SEGNALETICA
Lunga disamina anche su Segnaletica Meridionale, con gli stessi comportamenti del Comune. “Avevamo chiesto anche in questo caso la certificazione antimafia, nel 2016, ma l’anno successivo è intervenuta l’interdittiva. La società ha fatto ricorso al Tar. In questo caso, nelle more del ricorso, la Prefettura ha invitato il Comune a non prendere alcun tipo di iniziativa in attesa del giudizio. Poi è arrivata l’esecutività e in quel momento l’amministrazione ha preso contatto con la seconda società per il subentro, la Ciro Menotti, con la quale è stato sottoscritto il contratto”. Qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=AzHkbTnvBh8