Roma, 11 marzo 2021 – Sarà stretta, ma stretta flessibile. Distinta per fasce colorate e con un vero grande giro di vite – con misure simili a quella viste lo scorso Natale – per la settimana di Pasqua, dal 29 di marzo (o forse da sabato 27) al lunedì dell’Angelo, il 5 aprile. Prende progressivamente forma la revisione in senso restrittivo dell’ultimo pur recente dpcm, del quale ieri ha discusso a palazzo Chigi la cabina di regia, riunita alla presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi.
La scienza preme. Le raccomandazioni del Cts sono condivise dalla maggioranza degli addetti ai lavori, che continuano a chiedere di innalzare le misure: lo fanno Brusaferro e Locatelli durante la cabina di regia e lo fa l’Iss. “Rallentare le varianti – ha ribadito ieri l’Istituto superiore di sanità – è possibile solo con misure più severe in quanto potrebbero avere un impatto rilevante. Considerata la circolazione nelle diverse aree del Paese, si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione delle varianti, rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”. La direzione sarà quella. Ma vista la differenza di posizioni delle diverse forze politiche di governo, con Pd e Leu a favore di misure rigorose, Lega e Forza Italia più attente a evitare un lockdown generalizzato, che piace poco anche a un M5s che si pone in posizione mediana con Iv, l’ipotesi di una Italia in zona rossa per due o tre settimane (che anche il Cts ha escluso) sembra essere stata definitivamente accantonata. E in queste ore è tornato in dubbio anche il lockdown nei fine settimana, pur richiesto con convinzione dal ministero della Salute e appoggiato dai ministri Pd.
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Di sicuro, se anche fosse varato, non riguarderebbe il prossimo fine settimana, ma si osserva che se saltasse le misure di contenimento arriverebbero comunque in un altro modo. Venerdì è infatti probabileche Piemonte e Lombardia (e forse Emilia Romagna, Toscana, Marche ed Abruzzo) vadano in zona rossa, e Lazio e Puglia salgano in arancione. Decideranno i dati che verranno inviati domani, ma il trend sembra essere quello e già questo, di per sé configurerebbe una stretta. L’unica restrizione che al momento sembra avere disco verde è l’automatismo per far scattare la zona rossa superata l’asticella dei 250 contagi ogni centomila abitanti. Probabile anche che vengano prese misure accessorie per limitare gli spostamenti in seconde case e presso case private (forse anche in zona gialla) e che salti la riapertura di cinema e teatri sinora prevista dal 27 di marzo. Non escluso anche un anticipo del coprifuoco alle 20.