Al termine di serrate indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Foggia, nell’ambito di procedimenti penali coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, è stata data esecuzione questa mattina a due provvedimenti applicativi di misure cautelari personali di tipo restrittivo nei confronti di 5 persone (Antonio Bernardo, Consalvo, Tufo, Amorico), una delle quali minorenne (C.), ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di omicidio, rapina, furto, ricettazione, incendio e favoreggiamento personale, implicate nell’evento delittuoso avvenuto in data 17 settembre 2020 presso il bar — tabaccheria “Gocce di Caffè”. Quel giorno, uno dei rapinatori, armato di coltello, ha ucciso il proprietario, Francesco Paolo Traiano.
Le complesse indagini avviate a seguito dell’evento delittuoso, compiute attraverso metodi tradizionali come appostamenti e pedinamenti anche notturni nonché l’utilizzo di sofisticati presidi tecnologici di tipo ambientale, hanno consentito di individuare i responsabili nonché di ricostruire gli specifici ruoli assunti dagli stessi tanto nelle fasi antecedenti e preparatorie la rapina quanto nelle fasi successive. Tale meticolosità ha altresì consentito di individuare un quinto complice, che sebbene non presente sul luogo teatro dei fatti, ha fornito un apporto significativo nella realizzazione dell’intero programma criminoso.
Ripercorrendo i fatti, il 17 settembre 2020 alle 14.10 circa, tre persone, tutte travisate da passamontagna artigianale si sono introdotte all’interno dell’attività commerciale “Gocce di Caffè” al fine di compiere una rapina. Nelle drammatiche fasi dell’evento delittuoso, uno dei tre rapinatori, e più precisamente il minorenne, armato di coltello, al fine di impossessarsi dell’incasso ha sferrato all’indirizzo del titolare Francesco Traiano, che si trovava dietro il bancone, una serie di fendenti in direzione del volto, uno dei quali si sarebbe successivamente rivelato letale. Dopo aver inferto alla vittima ulteriori percosse e aver asportato il denaro contenuto nella cassa, i tre rapinatori sono fuggiti a bordo di un’autovettura guidata dal quarto complice. I preliminari accertamenti espletati, mediante l’analitica acquisizione delle telecamere di video sorveglianza hanno consentito agli investigatori della Squadra Mobile la ricostruzione del percorso utilizzato dai rapinatori per la fuga, consentendo di accertare che negli istanti successivi alla rapina 2 dei quattro appartenenti al gruppo d’azione fossero scesi immediatamente dopo l’evento delittuoso, mentre i restanti due, giunti nelle campagne limitrofe di Foggia avessero abbandonato l’autovettura, per poi essere recuperati da un quinto soggetto.
L’attività investigativa ha consentito di far luce anche sulle fasi antecedenti l’evento delittuoso. In particolare è stato accertato che il 16 settembre, in via Radesca, veniva rubata una Fiat Punto vecchio modello, poi usata il giorno successivo per l’esecuzione della rapina. L’analisi delle banche dati, unitamente ai sevizi esterni e ai pedinamenti, ha permesso, il 21 settembre, di rintracciare i motorini utilizzati per il compimento del furto della vettura. La ricostruzione delle abitudini di vita dei primi sospettati ha consentito altresì l’installazione di presidi tecnologici di tipo telefonico ed ambientale.
L’acquisizione delle fonti di prova è culminata in una serie di perquisizioni poste in essere il 17 dicembre a carico dei destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dall’autorità giudiziaria. In tale contesto operativo sono stati, altresì, sequestrati dispositivi cellulari in uso agli indagati dalla cui analisi forense sono stati estrapolati ulteriori file e conversazioni che hanno permesso di ricostruire le fasi preparatorie dell’azione criminosa, il successivo incendio dell’autovettura nella nottata tra il 17 e 18 settembre, a distanza di 12 ore dalla rapina, nelle campagne dove la stessa era stata abbandonata, nonché i futili motivi che hanno spinto il gruppo criminale a compiere l’azione delittuosa. Per quattro degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per quinto la misura degli arresti domiciliari.
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