Il lato oscuro del web avvolge la vicenda di Marco Ferrazzano, 29enne foggiano morto suicida lo scorso 22 gennaio. Stamattina il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Pio Giorgio Di Leo si è recato in procura per presentare una denuncia contro ignoti per i reati di bullismo, cyberbullismo e istigazione al suicidio. È proprio sul web che si starebbe concentrando l’attenzione degli inquirenti. Internet si rivela scenario preferito per persone senza scrupoli, leoni da videocamera e tastiera che in passato si sarebbero presi gioco anche di Marco, impossessandosi del suo telefono e divertendosi a filmarlo e a farlo arrabbiare; il 29enne soffriva di schizofrenia ed era una vittima molto facile per i sadici bulli foggiani.
Marco ed altri giovani fragili sarebbero finiti più volte sulla pagina Instagram “Comiche Foggiane” che contava oltre 4400 follower. La pagina è ormai sparita dal web, ma siamo in possesso di una breve immagine della home page. Nella bio si legge: “Pagina foggiana, video e immagini senza senso e divertenti, sui nostri vip foggiani. Seguiteci e inviateci immagini”. Cosa ci sia da ridere resta un mistero, ma qualche filmato circola ancora sui social, pubblicato allo scopo di individuare chi si divertiva a sbeffeggiare persone in difficoltà. In un video si vede un volto piuttosto noto della tv locale mentre dileggia un ragazzo con evidenti fragilità; si parla anche di un telefonino che sarebbe stato ritrovato a terra, tra i cespugli. L’uomo che registra suggerisce alcune battute: “Ho trovato questo telefono per terra, non lo so di chi è. Boh!”. Poi invita il giovane a mandare baci e saluti: “Ciao amici”, “Ciao amori”. Di quale telefono parlavano? Chi lo aveva perso? In un altro filmato, un uomo viene umiliato da un gruppo di persone, una nei panni del personaggio horror, Samara. In un altro ancora, si vedono due giovani pagati per prendersi a schiaffi. Uno dei due compare in un ulteriore video mentre viene incitato a lanciare epiteti e insulti verso la telecamere solo per compiacere due uomini ai suoi lati.
Come detto, anche Marco sarebbe stato deriso in più occasioni. Inoltre, al giovane veniva rubato almeno uno smartphone al mese, l’ultimo sottrattogli il giorno prima di morire; un episodio che lo avrebbe indotto al gesto estremo del 22 gennaio. Troppo grande l’infamità subita, forse impossibile poterci convivere per un ragazzo fragile come lui. I parenti pensano che Marco temesse la divulgazione di video compromettenti. Poche ore prima di sparire, il 29enne aveva utilizzato il telefonino della zia per bloccare tutti i suoi familiari sui social. Si era anche recato in questura per denunciare il furto del cellulare: ai poliziotti avrebbe descritto coloro che lo avevano derubato affermando di conoscerli solo di vista. Ma il pomeriggio di quel giorno, il giovane ha deciso per la via più atroce, quella del suicidio. Domani mattina, nella chiesa di Santo Spirito, sono previsti i funerali.