Dieci consiglieri dei gruppi di minoranza hanno attivato la procedura di scioglimento anticipato del Consiglio comunale. Per ottenere il risultato auspicato, come si legge in una nota, sono necessarie le firme di altri sette consiglieri da aggiungere, entro i prossimi 5 giorni, a quelle di: Lia Azzarone, Pasquale Dell’Aquila, Francesco De Vito, Michele Norillo, Annarita Palmieri, Pippo Cavaliere, Rosario Cusmai, Giulio Scapato, Giovanni Quarato e Giuseppe Fatigato.
Impegni istituzionali hanno impedito a Sergio Clemente di essere dal notaio Paolo Simonetti, dove si recherà domani mattina. L’obiettivo di sfiduciare il sindaco Landella continua a essere condiviso dall’intera minoranza, compreso il futuro consigliere comunale Antonio De Sabato “Intendo portare con me i ragazzi del Comitato La Società Civile, insieme avremo accesso agli atti e scopriremo tutta la malagestione di Franco Landella”, ha ratificato a l’Immediato insieme ad alcuni rappresentanti del comitato, Francesco Strippoli e Michele Cera.
A sorpresa mentre il centrosinistra era dal notaio, si sono fatti vedere nell’isola pedonale anche i 4 del neo gruppo Popolari Pugliesi, Max Di Fonso, Danilo Maffei, Tonino Capotosto e il capogruppo Pasquale Rignanese insieme al segretario Rino De Martino.
L’obiettivo parrebbe quello di dimettersi o quanto meno di fare pressioni su Landella con questa velata minaccia. “Landella è diventato un patrigno. Noi siamo per le idee e i programmi e per gli uomini che questi programmi li mettono in pratica”, è il loro mantra, mentre cresce sempre di più l’acrimonia nei confronti del consigliere regionale Sergio Clemente, che ha invitato il loro mentore Gianni Stea a dimettersi dalla Giunta Emiliano.
I 4 intendono porsi in una posizione mediana nei confronti del sindaco e del centrosinistra. Sono pronti a dimettersi se davvero si dovesse raggiungere il numero utile di 17 consiglieri. Voci di corridoio scommettono in una apertura in tal senso anche di Leo Iaccarino. Se dovesse perdere il ricorso per la sospensiva al Consiglio di Stato potrebbe gitare l’arma delle dimissioni. 4 più Iaccarino e sono 5. Mancano all’appello altri 2 eletti. Si pensa a Paolo Citro e ad Alfonso Fiore. 5 giorni cruciali, ma per ora Landella appare sicuro.