A Foggia monta la rabbia per la triste fine di Marco Ferrazzano, 29enne scomparso lo scorso 22 gennaio e trovato morto sui binari, investito da un treno. Oggi la famiglia ha confermato il terribile sospetto: “È arrivata la conferma del DNA. I resti rinvenuti sui binari appartengono al nostro Marco. La famiglia ringrazia tutti coloro che in questi giorni si sono resi disponibili ad aiutarci”, il messaggio pubblicato dai parenti sui social network. Proprio i social potrebbero celarsi tra i motivi che avrebbero portato il giovane a compiere un gesto estremo. “Negli ultimi tempi veniva bullizzato: spesso tornava a casa con lividi e diceva di essere caduto. Gli veniva rubato un telefono al mese. L’ultimo proprio il giorno prima di morire”, hanno riferito i familiari. Forse in quello smartphone c’era materiale compromettente che Marco non voleva venisse reso pubblico. Poche ore prima di scomparire, il 29enne aveva bloccato tutti i suoi parenti sui social. Cosa temeva? E che fine ha fatto il suo telefonino? Chi glielo ha rubato?
Video ritraenti il giovane, deriso e bullizzato da ignoti, erano stati pubblicati sulla pagina Instagram “Comiche Foggiane” (poi cancellata, ndr). Ma di comico non c’era proprio nulla. Gente sadica e senza scrupoli avrebbe preso di mira alcune persone fragili della città, sbeffeggiate e spaventate anche con le sembianze di personaggi dei film dell’orrore come la famigerata Samara. Il personaggio della bambina di “The Ring”, vestita di bianco con lunghi capelli neri sul volto, imperversò in varie città d’Italia nell’estate del 2019 in un’impressionante e inspiegabile sequela di emulazioni e “challenge” online.
“Non è una barzelletta”
Tra le vittime dei bulli ci sarebbe anche un ragazzo foggiano ripreso mentre diceva, più volte, “Non è una barzelletta”, espressione poi utilizzata dall’ex presidente del Consiglio comunale, Leo Iaccarino nell’ormai noto video delle pistolettate di Capodanno. Il giovane, in evidente stato di agitazione, gridava ripetutamente proprio quella frase, insieme con altre espressioni dialettali, mentre chi lo riprendeva sghignazzava e lo incitava a continuare.
Pagati per schiaffeggiarsi al mercato
Altre due persone, con evidenti disagi, furono invece sbeffeggiate da alcuni ambulanti del mercato Rosati di Foggia. Nel settembre 2019 girò un video mentre le vittime dei bulli venivano addirittura pagate qualche spicciolo per prendersi a schiaffi davanti all’obiettivo degli smartphone. Una di queste persone compare in altri filmati pubblicati da “Comiche Foggiane”, la pagina della vergogna che qualcuno avrebbe cancellato subito dopo il caso di Marco Ferrazzano.