Da “rischio alto” alla zona gialla grazie all’aumento dei posti letto in terapia intensiva. È questo lo scenario che potrebbe palesarsi in Puglia dalla prossima settimana. Venerdì scorso il report del Ministero aveva piazzato la regione governata da Michele Emiliano in zona arancione, per via del numero di contagi e dell’alto tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva.
La Regione, nel frattempo, ha aggiunto ulteriori 200 posti letto nei reparti dedicati all’emergenza Covid. Secondo l’analisi di Repubblica, i risultati della rimodulazione sarebbero già visibili, al punto che da Roma potrebbero anticipare il downgrade in zona gialla. Lo scorso fine settimana, il tasso di occupazione in Terapia intensiva è passato dal 37 al 28 per cento, appena quattro punti percentuali sopra la media nazionale. Stando ai dati di Agenas, però, al momento non si è verificata la stessa dinamica sui posti letto medici, occupati ancora per il 40 per cento da pazienti Covid (nove punti percentuali in più rispetto alla media nazionale).
Il caso del report contestato tuttavia scatena anche la protesta dei ristoratori: “Abbiamo appreso che la Regione soltanto venerdì scorso ha comunicato l’attivazione di ulteriori posti letto di terapia intensiva pur avendone già a disposizione – attaccano dall’associazione Passione Ho.re.ca – Il parametro che non ci ha consentito di passare in zona gialla è proprio la percentuale di posti in terapia intensiva. Una decisione inspiegabile”. Il tema provoca anche polemiche politiche: ” La Puglia poteva o no essere in zona gialla se il numero dei posti letto di terapia intensiva fosse stato dato correttamente? – attacca Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia -. In ballo ci sono i mancati guadagni di una categoria già in ginocchio”.