Sette foggiani e una napoletana residente a Rimini sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo di Ravenna, in esecuzione di ordinanze cautelari in quanto accusati a vario titolo di 6 assalti esplosivi a bancomat (2 falliti, 4 a segno per un importo complessivo di oltre 83mila euro) messi a segno tra il gennaio e il settembre del 2020 tra le zone di Ravenna, Rimini e Cesena. Sei indagati, tra cui 5 foggiani, furono già arrestati in flagranza per un colpo analogo a Ravenna il 12 settembre 2020, che fruttò 7mila euro recuperati dagli investigatori. Agli 8 indagati la Procura di Ravenna contesta a vario titolo il furto (anche quello di auto usate per gli assalti) e il porto illegale dell’esplosivo utilizzato per far saltare in aria i bancomat, ricorrendo alla tecnica della “marmotta”, l’artigianale pala esplosiva usata per far esplodere lo sportello “atm”, talvolta conficcandola a forza nella fessura, altre praticando un foro con un trapano nel bancomat.
Gli otto destinatari delle ordinanze cautelari in carcere firmate dal gip ravennate Corrado Schiaretti, su richiesta del pm Stefano Stargiotti, sono i foggiani Giuseppe Perdonò, 33enne “pistolero” di Capodanno, quello degli auguri alla malavita (già arrestato per mafia quale presunto affiliato alla Società nel blitz “Decimabis” del 16 novembre scorso, e poi scarcerato dal Tribunale della libertà di Bari per insufficienza di indizi il 17 dicembre); Claudio Cangio, 46 anni, originario del Foggiano e residente a Carpi; Francesco Lo Spoto, 36 anni, di Foggia; Natalino Di Dio, 22 anni, Foggia; Nunzio Mangiacotti, 48 anni, di Foggia e residente a Carapelle; Emanuele Caposeno, 29 anni, Foggia; Rocco Maffei, 23 anni, di Foggia; e Filomena Esposito, 33 anni di Napoli, residente a Rimini. Lo Spoto, Di Dio, Caposeno, Maffei, Mangiacotti e la Esposito furono già arrestati in flagranza il 12 settembre scorso per il furto con il botto ad una banca di Ravenna.
L’inchiesta, partita dagli arresti in flagranza del settembre scorso, riguarda 6 assalti in banca. Il primo avvenne all’agenzia di Mensa Matellica (vicino Ravenna) della Cassa di Risparmio di Ravenna, il 18 gennaio 2020 e fruttò quasi 11mila euro: ne risponde la Esposito; il tentato furto del 20 giugno alla filiale di San Zaccaria (Ravenna) sempre allo stesso istituto di credito, quando l’arrivo di una guarda giurata costrinse i ladri a dileguarsi a mani vuote (ne rispondono Mangiaccoti, Lo Spoto, Di Dio e la Esposito); agli stessi 4 indiziati si contesta poi il furto da oltre 44mi- la euro messo a segno quello stesso 20 giugno all’agenzia di Cesena della Banca popolare di Emilia Romagna. Ancora Mangiacotti, Lo Spoto, la Esposito e con loro anche Cangio sono indagati per il furto da 18mila euro messo a segno il 4 luglio all’agenzia di San Pietro in Vincoli (Ravenna) alla postazione bancomat del Credito cooperativo ravennate, forlivese e imolese. Il nome d Perdonò, insieme a quelli di
Cangio, Mangiacotti, Lo Spoto, Di Dio e della Esposito, compare per il furto da oltre 8 mila euro del 22 luglio all’agenzia di Coriano (vicino Rimini) della Banca malatesiana. Infine Mangiacotti, Lo Spoto, Di Dio, Caposeno, Maffei e la Esposito sono sospettati del tentato furto del 12 settembre di un anno fa all’agenzia di Mezzano (Ravenna) della Banca di credito cooperativo ravennate, forlivese e imolese: assalto fallito perché si attivò il sistema anTimanomissione dello sportello. Gli otto indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Americo, Paolo Ferragonio del Foro di Foggia e dai col- leghi Carlo Benini, Giuliano Renzi, Massimiliano Orrù, Umberto De Gregorio del Foro di Rimini.