“Adesso l’uso della Sala Fedora potrebbe essere a disposizione di tutti i laureandi”. Esordisce così l’ex consigliere comunale, Giuseppe Mainiero che ieri sul suo profilo Facebook ha postato la lettera anonima contenente la foto della festa di laurea nella Sala Fedora del Teatro Giordano di Foggia. Un selfie con 12 persone più il festeggiato (l’artista Emanuele Pacca), scattato il 10 dicembre scorso, con la città in piena “zona arancione”.
Mainiero parte alla carica: “Il privilegio accordato dal sindaco diventa magicamente un diritto, anche se sarà il consiglio comunale e non Franco Landella a decidere se e come cambiare eventualmente il regolamento che disciplina l’utilizzo della Sala Fedora. Il merito di questo risultato, ovviamente, è dei ‘detrattori’ e dei ‘denigratori’ che hanno scoperto il fattaccio, non del sindaco che solo dopo le polemiche ha deciso di fare questo annuncio. Come al solito al Comune di Foggia quando si viene scoperti con il dito nella marmellata ci si affretta a specificare che il barattolo è a disposizione di tutti e non solo degli amici degli amici. Il sindaco pro-tempore inoltre nel suo mieloso comunicato si guarda bene dal rispondere alle domande che la Città da 48 ore gli sta ponendo senza ricevere uno straccio di risposta”.
Poi Mainiero elenca una serie di domande: “1) Come ha fatto ad autorizzare l’uso della Sala Fedora in violazione di un regolamento che solo oggi dice di voler modificare e con un Teatro totalmente chiuso per le misure anti-Covid?
2) Per quale scopo era stata richiesta la Sala Fedora giacché il dirigente Carlo Dicesare parla di un servizio fotografico mentre le foto pubblicate dal laureando fanno pensare ad una piccola festicciola e lo stesso laureando dichiara di averla richiesta per la proclamazione della sua tesi di laurea?
3) L’uso della Sala Fedora è stato concesso gratuitamente visto che ad oggi agli atti non risulterebbe alcun pagamento?
4) Quale interlocuzione il sindaco ha avuto con l’assessorato alla Cultura rispetto alla concessione dell’autorizzazione visto che sia l’assessore Giuliani che il dirigente Dicesare hanno detto alla stampa di non saperne nulla e non esistono atti ufficiali trasmessi al Servizio Cultura?
5) Come ha fatto il sindaco ad autorizzare un evento in violazione di un Dpcm in vigore, che evidentemente nessun atto amministrativo poteva superare?
Purtroppo per Landella i fatti sono argomenti molto testardi, come lo è il rispetto delle istituzioni e dei luoghi pubblici, che appartengono alla Città e non possono essere gestiti come se si trattasse di dependance familiari da concedere ad amici o sostenitori delle sue campagne elettorali”.
E aggiunge: “Gli altri Comuni che in pandemia hanno messo a disposizione dei laureandi (tutti e non solo alcuni) i propri spazi avevano avuto il buongusto di approvare atti amministrativi che prevedessero questa possibilità, cosa che il Comune di Foggia non ha fatto e che pertanto rende assolutamente illegittima l’autorizzazione concessa dal sindaco, sulla quale purtroppo non mi risulta ci sia stata la doverosa attenzione dei livelli istituzionali chiamati a far rispettare le regole. È inutile chiamare in causa assessorati e dirigenti che nulla hanno a che vedere con questa faccenda per tentare di spalmare le responsabilità. Gli unici atti autorizzativi che esistono provengono dall’ufficio di gabinetto del sindaco e quindi coinvolgono soltanto Franco Landella, che dovrebbe avere la decenza di dare spiegazioni puntuali e di chiedere scusa invece di presentarsi come il generoso benefattore dei laureandi della Capitanata”.