“Un caso molto particolare, che vede coinvolta, oltre a quella ordinaria, anche la procura minorile”, queste le prime dichiarazioni rilasciate dagli inquirenti impegnati nel definire la dinamica dell’omicidio di Mario Renzulli, 38enne di Manfredonia ferito mortalmente con una coltellata al capo in località “Macchia Rotonda”, nella serata del 30 novembre. Per il resto vige ancora il massimo riserbo. La tragedia si sarebbe consumata in ambito familiare. In queste ore, gli inquirenti stanno ascoltando la compagna e il figlio di quest’ultima, un bambino di 7 anni – recentemente affidato alle cure dei medici per lesioni al volto, probabilmente causate dal patrigno – su cui si starebbero concentrando le indagini della procura per i minori del tribunale di Bari. Ma cosa sia successo esattamente in quel podere è al momento un rebus. In queste ore gli investigatori stanno lavorando alacremente per ricostruire il puzzle della macabra vicenda.
Di certo si sa solo che Renzulli era un volto noto agli inquirenti. Fu infatti arrestato nel maxi blitz “Romanzo Criminale” per aver dato supporto al gruppo di ragazzi che circa dieci anni fa si macchiò di alcuni delitti nella città di Manfredonia. Renzulli, coinvolto nell’occultamento del cadavere di Cosimo Salvemini (ritrovato a pochi chilometri da Amendola), fu condannato in appello a 3 anni di reclusione rispetto ai 4 inflitti in primo grado. (In foto, il podere scenario della tragedia; nel riquadro, Renzulli)