“Il patto in Regione è con Emiliano, non con il Pd”. I dubbi del M5S tra Rousseau, scissioni e incompatibilità con i dem di Capitanata

Se davvero Laricchia, che ha parlato di tradimento, resterà all’opposizione si creerà un doppio MoVimento. Ma quale sarà quello vero? La scissione o l’espulsione per gli uni o per l’altra appare inevitabile.

Come si risolverà il contrasto tra i governisti pentastellati e l’ala purista di Davide Casaleggio, rappresentata da Alessandro Di Battista, Antonella Laricchia e Barbara Lezzi? L’accordo regionale con Michele Emiliano, risoltosi ora con un patto sui temi e con la elezione del vicepresidente del Consiglio regionale, il consigliere del Grande Salento Christian Casili, in attesa di un impegno diretto nel governo con la nomina di Rosa Barone, ha aperto una lacerazione senza precedenti.

Se davvero Laricchia, che ha parlato di tradimento, resterà all’opposizione si creerà un doppio MoVimento. Ma quale sarà quello vero? La scissione o l’espulsione per gli uni o per l’altra appare inevitabile.

In realtà come spiega qualche gola profonda pentastellata a l’Immediato, il dissidio è tutto ai vertici, sull’asse Roma-Milano.

“Sulla Puglia i vertici non hanno avuto il coraggio di esprimersi. C’è da decidere cosa deve essere la piattaforma Rousseau. Il capo politico Crimi e i dimaiani la immaginano come un semplice strumento di servizi telematici di consultazione, Casaleggio invece vuole che resti il cuore strategico e ideale del MoVimento”, è la sintesi del dilemma che i vecchi antisistema stanno vivendo.

Pochissimi portavoce ormai pagano le famose 300 euro mensili per Rousseau e il voto pugliese è stato congelato proprio da questo conflitto irrisolto. Del resto lo fa ben capire la stessa Laricchia in una recente intervista. Si voterà sull’accordo sulla piattaforma, ma non si sa quando. E l’esito non è scontato.

Intanto, molti pentastellati locali fanno notare che l’accordo non è tra M5S e centrosinistra, in particolare il Pd. Il patto è meramente emilianista. I 4 consiglieri che hanno detto sì, lo hanno fatto per Michele Emiliano, non certo per il Pd pugliese, men che meno per quello di Capitanata, che continua ad attaccare i vari portavoce, dopo il mancato apparentamento delle amministrative del 2019, che videro sconfitto Pippo Cavaliere ( che aveva richiesto un sostegno aperto al ballottaggio, sancito dalla foto con l’europarlamentare Mario Furore al Tennis Club). Molti cinquestelle allora- c’è da dire che nel maggio e nel giugno del 2019 il M5S governava ancora con la Lega nell’esperimento populista del governo gialloverde- si spostarono a destra o decisero di disertare le urne del ballottaggio, favorendo la vittoria di Landella. C’è chi lesse la presidenza della Commissione Territorio all’ingegnere Giovanni Quarato come un evidente segnale di ricompensa per la non belligeranza dell’elettorato grillino.

Insomma Emiliano ha conquistato i 4, ma il Pd non ancora. La strada per arrivare a candidati sindaci unitari nelle città al voto, da Foggia alle due commissariate per mafia Manfredonia e Cerignola è molto lunga. Chi pensa che il M5S potrebbe accogliere Teresa Cicolella candidata sindaca nella città mascaniana e il Pd potrebbe favorire un civico nuovo e fresco per Manfredonia, la vecchia città partito della filiera del Pci-Pds-Ds-Pd, fa solo fantapolitica per ora.

Il capogruppo del M5S al Comune di Foggia Giuseppe Fatigato si difende da alcune accuse che gli sono state mosse da Lia Azzarone e Davide Emanuele e spiega: “Ci sono cittadini e aziende che hanno tutto il sacrosanto diritto di essere rimborsati dei danni provocati dal Comune. Ecco perché sono rimasto in aula, non scappo, senza la mia presenza sarebbe mancato il numero legale e i debiti fuori bilancio sarebbero slittati ancora. Sarò sempre presente a tutti i consigli comunali, il cittadino ha diritto ad essere remunerato, dopo le sentenze. Le polemiche sterili e gli ostracismi politicistici che fanno il male della città li lascio al Pd, che ha governato per 10 anni Foggia, portandola al quasi dissesto finanziario e al Salva Enti, aumentando il debito della comunità. Altro che MoVimento 5 Stelle stampella dell’amministrazione Landella. Il MoVimento è al servizio dei cittadini sempre, non è una congrega politica per pochi eletti”.

Anche Furore l’europarlamentare è netto in un post. 

“A chi mi chiede un commento sull’ennessima nota stonata del Pd foggiano rispondo che francamente spetta ai nostri consiglieri comunali foggiani chiarire che ovviamente noi in consiglio comunale a Foggia non siamo la stampella di nessuno, non siamo nè con Landella nè con il Partito Democratico. Non comprendo poi i sogni espansionistici del Pd locale e quindi è bene chiarire che:

-il percorso avviato in Regione Puglia e che ancora non è definitivo/certo poiché vedrà un voto da parte degli iscritti, non vuol dire che automaticamente ci dobbiamo alleare nei comuni. Anzi nessuno ci costringe a farlo. Visto che lo stesso Emiliano si professa libero dallo stesso Pd, si comprende che l’esperimento non è propriamente col Pd pugliese che per altro nemmeno ci vuole in maggioranza e che anzi a mio avviso continua a mandare queste note con un solo fine: impedire una eventuale nomina di Rosa Barone ad assessore.

-le alleanze sui comuni saranno scelte dal M5S locale, ad oggi visto l’atteggiamento da “maestrini” del PD foggiano escludo che una alleanza con loro sia possibile.

-nemmeno due settimane fa proprio la maggior parte dei sindaci afferenti al cerchio magico del Pd provinciale tra gli altri: Michele Merla, Rocco Di Brina e altri, hanno firmato una vergognosa e velata lettera contro noi eletti del M5S rei a loro dire di minare la serenità del Parco Nazionale del Gargano e contro il nostro Ministro Sergio Costa reo a sua volta, di non nominare il Consiglio Direttivo del Parco, quando ad oggi sanno benissimo che l’impasse creata al Parco ha un solo nome e cognome: Pasquale Pazienza. Il

Presidente. Che con il licenziamento anticipato rispetto il periodo di prova della direttrice, ha creato un lassismo dell’Ente, alle prese ora con ricorsi pendenti al Tribunale e ispezioni passate del Ministero per atti e procedure errate. È questa la serietà di chi non approfondisce nel Pd? E che si allinea per altro al Parco con la Lega?

-un mese fa a seguito della denuncia di Rosa Barone sulla presunta compravendita dei voti, il Pd locale (mai citato ma preso da una overdose di presenzialismo) rispose che le nostre campagne elettorali portano a voti “poco ragguardevoli”, mentre ora vogliono collaborare con chi secondo loro ha voti “poco ragguardevoli” poichè stranamente iniziano a pensare che in effetti siamo una forza determinante ai vari livelli. Delle due l’una.

Concludo. Fino a quando sarà questo l’atteggiamento, fino a quando lo spirito è mettersi in cattedra la vedo molto lontana la possibilità di un campo allargato. C’è bisogno di umiltà e voglia di parlare di temi per i cittadini, se invece il fine del Pd locale è quello di preservare solo potere e status quo, credo che potranno a lungo rimanere soli. Il caso Matera dovrebbe insegnarli qualcosa”.