Roma, 26 novembre 2020 – Prima il vertice con i capi delegazione del governo e i ministri interessati, poi il summit con le Regioni. Si snoda attorno a questi due appuntamenti la giornata odierna sul fronte del nuovo Dpcm Natale che entrerà in vigore il 4 dicembre e conterrà le nuove misure per fronteggiare l’epidemia di Coronavirus che resteranno in vigore durante le vacanze di Natale e di fine anno. Conte dunque vedrà i capi delegazione della maggioranza per provare a sciogliere i nodi ancora irrisolti. Poi nel pomeriggio alle 16 il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha convocato le Regioni, l’Anci e l’Upi. In collegamento anche il ministro alla Salute Roberto Speranza, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Sul tappeto ci sono diverse questioni con un’esigenza ribadita più volte: evitare il “liberi tutti” che questa estate ha provocato poi la seconda ondata. Vediamno quali sono dunque i nodi sul tappeto.
Scuola, verso riapertura il 9 dicembre
Spostamenti
Una possibilità è quella di vietare gli spostamenti anche fra le regioni che dovrebbero rientrare nella zona gialla, ad eccezione di quelli tra parenti strettissimi: coniugi, genitori e figli, partner conviventi. Magari concedendo la possibilità a coloro che fanno parte della strettissima cerchia familiare, come i nonni non conviventi.
Cenoni
Saranno vietati feste e cenoni in luoghi pubblici e privati. Per quanto riguarda i ritrovi familiari, si parlerà solo di raccomandazioni: quindi l’inivito è quello di limitare i cenoni alla stretta cerchia familiare non suoperando il numero di 6 persone a tavola. Ma è tutto ancora da vedere.
Negozi
Si sta valutando di consentire lo shopping natalizio e di allungare l’orario di apertura dei negozi fino alle 22 e di concedere l’apertura dei centro commerciali nei weekend.
Coprifuoco
A questo punto si dovrà necessariamente allungare il coprifuoco a dopo le 22. E resta l’incognita della notte di Natale (per sonsentire le messe di mezzanotte) e Capodanno.
Vacanze sulla neve
E’ lo scoglio più grande. Operatori e regioni alpine premono per la ripaertura degli impianti da sci. Conte e il governo non ci sentono: troppo alto il rischio. Si sta cercando un’intesa europea per evitare che, chiusi in Italia, restino aperti all’estero. Francia e Germania sono con l’Italia per un divieto. Austria e Svizzera no. L’idea per scoraggiare i viaggi, se non si riuscirà a far fronte comune, è quella di imporre a chi torna in Italia dall’estero di sottoporsi a tamopone o di fare addirittura una quarantena.
I colori delle regioni
Si sta anche pensado di rivedere la mappa colorata dell’Italia magari riducendo a due le fasce o anche ad una sola arancione. Domani dovremmo sapere se Piemonte e Lombardia usciranno dalla zona rossa per andare in quella arancione o se verrà stabilito di aspettare il 3 giugno. Provvedimenti dovranno essere presi anche per Calabria, Val d’Aosta (rosse), Puglia e Sicilia (arancioni): quelle cioè che per prime erano state inserite nelle diverse zone il 6 novembre.