“Siamo stati definiti angeli, eroi, eppure non veniamo considerati per il riconoscimento nazionale del premio Covid-19. Noi ‘fanti’ veniamo trattati diversamente dai ‘soldati’ che lo percepiscono totalmente”. Con una lettera indirizzata alla Regione Puglia e ai vertici della sanità provinciale, gli operatori del 118 della Capitanata esprimono tutto il proprio disappunto per la gestione del premio Covid.
“Siamo quelli che in questa pandemia hanno presenziato le trincee in questa guerra, sempre e comunque – scrivono infermieri, autisti, soccorritori e medici –. Nell’esercito totale degli operatori sanitari coinvolti, siamo gli unici che non hanno mai mancato una sola ora in questa guerra, mentre altri soldati non ne hanno mai fatto parte attiva, rimandando sempre a noi il da farsi. Questa differenza di trattamento non sarebbe tanto un problema perché, si sa, ‘i soldati vincono le battaglie e i generali se ne prendono il merito’… E noi siamo fieri di combattere per vincere le battaglie, per noi, per tutti…”.
“Il problema nasce quando, dopo la promessa del riconoscimento Nazionale del Premio COVID-19 agli operatori sanitari, noi ‘fanti’ veniamo totalmente ignorati dal suo percepimento, mentre gli altri “soldati” lo percepiscono totalmente – proseguono -. È doveroso esprimere attraverso queste righe tutta la nostra indignazione. È naturale esprimere tanta rabbia. È normale chiedersi se veniamo considerati operatori di serie B. È normale chiedersi se le coscienze di tutti siano pulite… Evidenziando che comunque saremo sempre presenti a testa alta nelle trincee – concludono -, vogliamo lasciare queste domande: percepiremo mai questo premio? In attesa di risposte concrete e celeri, dal basso delle nostre trincee, vogliamo augurare al mondo intero che questa guerra finisca al più presto con l’unica parola universalmente accettata da tutti: vittoria”.