L’emergenza abitativa non ha fine nel capoluogo dauno. 8 famiglie, tutte residenti a Foggia – con allacci di luce e gas, utenze pagate autonomamente – nei dedali di vicoli del centro storico nei pressi dell’Auditorium Santa Chiara e in particolare in Vico Solitario, Via Ricciardi e Via Catalano, hanno ricevuto prima una lettera di diffida dal Comune, firmata dal dirigente, e poi un sollecito di sgombero per il 25 ottobre.
Quei bassi originariamente proprietà della Curia Vescovile e oggi del Comune di Foggia sono dentro il piano delle alienazioni dell’amministrazione Landella, necessario per l’equilibrio finanziario del Salva Enti.
I rumors parlano di un progetto alberghiero in tutta quella zona del centro storico, una sorta di albergo diffuso con mini alloggi per professionisti e studenti. Sta di fatto che le famiglie devono lasciare i bassi in cui vivono, alcuni regolarmente altri da occupanti, da circa 20 anni.
C’è chi sta nel suo basso da 14 anni. Un’altra signora ha una assegnazione temporanea. Le situazioni sono molto variegate. Tutti sono disoccupati e/o percettori di reddito di cittadinanza.
Per un totale di 8 famiglie (e 8 alloggi), appunto, pari a 40 persone, tra cui figurano una ragazza incinta alla sua terza gravidanza, 16 minori, un disabile e un invalido.
Questa mattina le donne si sono recate dalla leader dell’emergenza abitativa Giulia Frascolla in Via Lucera per cercare aiuto. A l’Immediato hanno raccontato i dettagli.
“Abbiamo residenza e utenza dai tempi di Ciliberti, un mese fa ci è arrivata la lettera di sgombero, ci siano rivolte all’Ufficio dell’Emergenza abitativa, la dottoressa Rosanna De Nisi ci ha detto che c’è un progetto per le nostre case. Noi non vogliamo case popolari, cerchiamo un alloggio anche pagando l’affitto o con un piccolo contribuito, non vogliamo lottare per avere delle case, sicuramente molti di noi hanno anche i requisiti per accedere alle case popolari, ma non abbiamo fatto domanda per entrare nella graduatoria, sono più di 20 anni che stiamo lì. Come è possibile che dopo 20 anni si ricordano di questi pianterreni e li rivogliono? Noi stavamo sicuri, abbiamo residenza, paghiamo le utenze. Nel dicembre del 2019 sono venuti vigili e geometri per un sopralluogo, pensavamo che fosse un controllo per la situazione statica della scuola e invece adesso scopriamo che forse vogliono vendere le nostre case”.
Ma non vi è arrivata una lettera con un diritto di prelazione? Non vi hanno chiesto se volevate acquistare i bassi? “No, nessuna lettera”, ribattono.
Il loro incartamento è stato portato al sindacato Uil dell’inquilinato, se ne occuperà la sindacalista Uniat Monica Grasso.