Applicare il divieto di assembramento impedendo ai cittadini di sostare davanti a bar e ristoranti. È la norma che, come anticipato dal Corriere della Sera, potrebbe essere inserita nel nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà il prossimo 15 ottobre.
Di fronte a una curva epidemiologica che continua a crescere (ieri i nuovi casi, pur se a fronte di un numero molto alto di tamponi, 129.471, sono stati ben 5.372, il doppio rispetto al 6 ottobre) il governo mette a punto le “misure di contenimento” dei contagi da Covid-19 e punta a svuotare quelle aree di paesi e città dove le persone si incontrano spesso senza indossare le mascherine e mantenere il distanziamento.
Il provvedimento che si sta pensando di inserire nel decreto riguarda il divieto di “sosta” dinanzi ai bar, ristoranti e pub: si potrà entrare nelle sale o rimanere all’aperto, purché si stia seduti al tavolo e si garantisca il distanziamento tra le persone. Stando all’anticipazione del Corsera, non si potrà stare in piedi all’aperto come accade in piazze e strade soprattutto la sera. E questo vale anche per i gruppi di giovani che si riuniscono nei parchi o in altri luoghi, anche se isolati.
Anche per le feste private potrebbe essere prevista un stretta: il numero degli ospiti dovrà essere limitato in modo proporzionale alla capienza delle sale e alla presenza di spazi esterni.
Le chiusure regionali
Su un punto il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia è stato esplicito con i governatori: «Non possiamo permetterci allentamenti, ma nemmeno “strappi”». Vuol dire che le chiusure locali potranno essere decise dai presidenti e comunicate al governo, ma un eventuale lockdown dell’intera Regione o un divieto di spostamento tra Regioni dovrà essere concordato con l’esecutivo.
Smart working
Una raccomandazione alle aziende — forse anche con la fissazione di una nuova percentuale di lavoratori ammessi in presenza — riguarderà lo smart working. Lo studio consegnato a Conte dedica infatti un intero capitolo alla trasmissione del virus all’interno di uffici e fabbriche e mette in guardia dai rischi. Scrivono gli esperti: “I luoghi di lavoro si sono dimostrati fin dalla fase acuta un importante serbatoio di infezioni, non solo in ambienti a rischio specifico, come quello sanitario, ma anche in contesti che, in Italia e non solo, sono stati caratterizzati da cluster anche di notevoli dimensioni, ad esempio nel settore agroalimentare (aziende agricole, trasformazione delle carni, mercati) e in quello delle spedizioni mediante corriere. Inoltre, la ripresa delle attività lavorative in presenza, anche se in percentuali variabili a seconda dei settori, potrebbe contribuire alla attivazione di ulteriori focolai epidemici”.
I pazienti in terapia intensiva per coronavirus sono aumentati di altre 29 unità nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, portando il totale a 387. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece cresciuti di 161 unità, arrivando a 4,086. Gli attualmente positivi hanno sfondato la soglia dei 70 mila: sono ora 70.110, con un incremento di 4.158 in un giorno, mentre i guariti in più sono solo 1.186 per un totale di 237.549. In aumento di quasi 4 mila anche i positivi in isolamento domiciliare, che sono ora 65.637.
Preoccupazione per la situazione nel monitoraggio settimanale dell’Iss.
In Italia si osserva un’accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-CoV-2 segnalato da dieci settimane, che si riflette in un notevole carico di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta si segnalano elementi di criticità significativa relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese. Lo afferma il monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Istituto superiore di sanitàò relativo alla settimana 28 settembre-4 ottobre. Nel periodo 17 – 30 settembre 2020, l’indice di trasmissibilità l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,06. Lo indica il monitoraggio settimanale ministero della Salute-Istituto superiore di sanità.
Il virus oggi circola in tutto il paese. Continuano ad aumentare i nuovi casi segnalati in Italia per la decima settimana consecutiva con un’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni di 44,37 per 100.000 abitanti (periodo 21/9 – 4/10 contro il 34,2 per 100.000 abitanti nel periodo 14/9 – 27/9). Si osserva anche un aumento nel numero di casi sintomatici nello stesso periodo (8.198 casi sintomatici nel periodo 21/9-4/10 vs 6.650 casi sintomatici nel periodo 14/9 – 27/9). Lo rileva il monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Istituto superiore di sanità. Sono stati riportati complessivamente 3.805 focolai attivi, di cui 1.181 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede l’individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la decima settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 3.266 focolai attivi di cui 909 nuovi). Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (104/107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (77,6%). Continua a scendere la percentuale dei focolai rilevati nell’ambito di attività ricreative (4,1% vs 4,5% la settimana precedente) rileva il monitoraggio ministero della Salute-Iss. L’indice di contagio Rt supera il valore soglia di 1 in 13 Regioni e 2 province autonome, a Trento e Bolzano. Lo indica l’ultimo monitoraggio settimanale Iss-Ministero Salute. La Campania ha il valore maggiore, con 1.24, seguita da Sicilia con 1.22 e da Trento a 1.18. Migliori il Molise con 0.61, Emilia Romagna a 0.84 e Marche con 0.91.
E a fine giornata la ministra della pubblica Istruzione Azzolina da i numeri dei contagi nelle scuole. Gli studenti che risultano positivi, alla data del 3 ottobre, sono 2.348, ovvero lo 0,037%; il personale non docente che risulta positivo è pari allo 0,079% , quindi 144 casi; il personale docente che risulta positivo è lo 0,059%, cioè 402 casi. Sono i dati resi noti dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sui contagi a scuola, raccolti attraverso il monitoraggio realizzato con i dirigenti scolastici e confrontato con l’Istituto Superiore di Sanità. “Siamo convinti che la scuola sia un luogo più sicuro e più protetto di altri. Perché a scuola ci sono regole precise che studenti e studentesse stanno seguendo in maniera ordinata, grazie anche all’impegno di tutto il personale scolastico. Ce lo conferma il fatto che i ‘focolai scolastici’ classificati dall’Istituto Superiore di Sanità siano numericamente poco significativi. I casi di positività al virus ci sono e ci saranno, è inevitabile. Ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente, compresi i casi asintomatici che altrimenti potrebbero sfuggire al controllo”. Lo afferma la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
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