“Non sono solo gli studenti di infermieristica ad essere indignati, ci siamo anche noi di Giurisprudenza”. È un lungo elenco di criticità quello stilato da uno studente al quinto anno di corso dell’Università di Foggia.
“Eravamo convinti tutti che dopo l’11 settembre ripartissero le lezioni – racconta -, come è avvenuto in buona parte delle università italiane, ma così non è stato, sono state rinviate a metà ottobre, voci interne alle rappresentanze studentesche affermano che solo il dipartimento di Giurisprudenza aveva presentato piani di rientro anti-covid, cosa che gli altri dipartimenti non hanno fatto, o fatto in maniera superficiale.
Ad oggi, noi studenti non sappiamo nulla del modo in cui le stesse lezioni saranno svolte, se lo saranno. Questo ritardo informativo pone i ragazzi fuori sede in difficoltà, non sanno come organizzarsi per spostamenti, per fare eventuali abbonamenti.
Era prevista una riapertura della sala lettura nelle biblioteca di giurisprudenza, cosa programmata il 14 settembre, rinviata una prima volta al 16, una seconda a data da destinarsi”.
“A Giurisprudenza l’inizio degli appelli d’esame spostato da metà dicembre a metà gennaio, con la fine sessione a marzo, pero quelli estivi non saranno spostati per i soli ragazzi del 5 anno, che inizieranno a fine maggio per consentire le lauree di luglio. Quindi tra una sessione e l’altra ci saranno tre mesi scarsi e le relative lezioni intermedie del secondo semestre inevitabilmente compresse e ridotte.
Io come tanti altri in questo momento – continua – mi trovo a studiare, senza il supporto di alcuna lezione, anticipando gli argomenti. Ho sostenuto un esame ai primi di settembre e il prossimo lo sosterrò il 18 gennaio. Alla richiesta fatta ad alcuni docenti di avere informazioni in merito ci è stato detto che loro per primi non sono informati.
Gli studenti che hanno bisogno di spazi per studiare sono costretti a gareggiare con le prenotazioni dei 50 posti alla biblioteca regionale magna capitana che nonostante il momento è riuscita ad assicurare in totale sicurezza e con la massima efficienza i propri servizi già da luglio. Cosa che l’università non ha saputo fare neanche lontanamente”.
“Ci troviamo delle rappresentanze studentesche totalmente accondiscendenti all’apparato amministrativo che non sono state in grado di rappresentare le nostre istanze, le cui cariche negli organi centrali sono state prorogate di ben 9 mesi con relativi benefit economici (le elezioni rinviate dovevano essere ad aprile). Ci troviamo la piattaforma e-learning efficientissima e costata fior di quattrini, inutilizzata (le si poteva usare dato il momento di incertezza almeno per un inizio a distanza delle lezioni). Del resto – conclude lo studente – si ha paura che questo disservizio possa ripercuotersi sulle nostre tasse che del resto diventano sempre più alte di anno in anno, a fronte di un corrispettivo servizio buono durante il lockdown ma insufficiente durante la ripresa”.